La pezza a colori del ministro Crosetto: “Vannacci? Sì al diritto di opinione, ma io ho agito da ministro. E non mi sento isolato”

“Certo che rifarei quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa, di tutti i cittadini italiani e di tutti i militari, doveva agire così. Non ho parlato e non mi sono mosso da esponente politico, ma, trattandosi di una cosa che toccava il mio ministero, da rappresentante delle istituzioni”. Nel colloquio con il  ‘Corriere della Sera’ il ministro della Difesa Guido Crosetto mette molti puntini sulle “i” su quanto detto e scritto in merito al caso del generale. E smentisce le illazioni: non si sente affatto  “isolato”.

Ho detto solo due cose– precisa- : che non si dovevano giudicare tutte le Forze armate sulla base del pensiero di una persona; e che il caso sarebbe stato affrontato secondo le regole dell’ordinamento militare e non sui social. Non ho preso decisioni sulla base di ciò che penso del libro. Ma di ciò che devo per rispetto all’istituzione che servo – osserva Crosetto -. Quindi, consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna: anche per capire se quel libro fosse stato autorizzato. E poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate e i valori costituzionali e repubblicani”.

Nell’intervista il ministro chiarisce molti aspetti rimasti in ombra nel fioccare furibondo delle reazioni della sinistra: “Il cambiamento di funzioni io non l’avrei nemmeno fatto, proprio per spegnere il caso. Ed evitare che Vannacci diventasse un martire, come è poi avvenuto. Avrei preferito attendere e vagliare tutte le informazioni. Ma le assicuro che le persone con cui ho parlato, e che poi hanno agito, avrebbero preteso molta più durezza – sottolinea il ministro -. Ma io sono e resto garantista. Il procedimento interno, già avviato, valuterà la posizione del generale e deciderà”. Il caso invece si è acceso: «Sono intervenuto, in realtà – aggiunge ancora il ministro-  per cercare di spegnerlo sul nascere. Quando mi sono reso conto che stava montando una pesante polemica e che si stava trasformando in un attacco alla Folgore, alle Forze armate e all’Esercito, quindi al cuore della Difesa, sono intervenuto».

Riguardo al ‘fuoco amico’ arrivato dal centrodestra, Crosetto respinge la narrazione: “Mi sembra che Donzelli abbia espresso le sue opinioni politiche ma sulla mia decisione mi abbia dato ragione. Così come Salvini si è limitato a dare un giudizio politico su alcune affermazioni del libro di Vannacci. Senza discutere le mie scelte” . Poi chiarisce una volta per tutte. “Lungi da me impedire il diritto di opinione di chiunque, cittadino o politico. Ho sempre difeso pubblicamente il diritto di tanti politicamente scorretti, in questi anni. Ma io non ho parlato da politico, non ho fatto alcun calcolo politico. Sono e faccio il ministro della Difesa. Il mio premier si chiama Meloni. Il mio presidente della Repubblica si chiama Mattarella. Davanti a loro due ho giurato di servire con fedeltà e onore lo Stato, le leggi e la Costituzione. Vede, si può essere politicamente corretti, scorretti o come si vuole. Anche io sono stato accusato di esserlo. Ma io devo essere, nel mio ruolo attuale, “istituzionalmente corretto”.

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