Daniele: “Vannacci è impresentabile, ma chi lo ha deciso? La solita sinistra trombata dagli elettori che continua ad aizzarsi paladina del politicamente corretto”

By Gaetano Daniele

La sinistra è così. Studia la notte per fotterti di giorno. Le solite strategie. Vecchie quanto la loro esperienza politica e professionale. Parola d’ordine: balle. Strumentalizzazioni. E, quello che gli riesce meglio, la cosiddetta ciliegina sulla torta, è il capovolgere la verità. Fatto è che sotto il cielo agostano regna il caos generale. Nel senso del generale Roberto Vannacci e del suo immenso e celeberrimo libro “Il mondo al contrario”. Come dargli torto. Ho letto il libro. Condivido tutto. Parola per parola, quasi l’avessi scritto io.

Se tutto va alla rovescia, come sostiene il generale nel quale ho avuto l’onore di conoscere, la sinistra invece prosegue sulla strada di sempre: cioè quella della strumentalizzazione politica. Il trucco è di una banalità sconfortante: Vannacci è impresentabile (perché lo hanno deciso loro, ovviamente), dunque chi difende Vannacci è automaticamente impresentabile e connivente con un pericoloso nemico della Costituzione (quella stessa Costituzione – per inciso – che all’articolo 21 garantisce che tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero). Eppure il concetto non è difficile, anzi è piuttosto basilare: difendere la libertà di parola e la circolazione delle idee di una persona, non significa né sottoscrivere, né condividere tutto quello che dice. Anche se nel caso di specie, io sottoscrivo tutto. È semplicemente un esercizio di democrazia. Questa scostumata.

Capiamo che ai gendarmi del politicamente corretto e ai vigili delle ztl e alle manutengole dalle sigarette slim del pensiero unico questo principio vada di traverso, ma è troppo semplice lisciare il pelo alle idee comode e ostracizzare quelle scomode e financo ustorie. È proprio in questi frangenti che si misura la maturità democratica delle forze politiche. La pubblica crocifissione del Generale Vannacci vuole essere un monito – per nulla subdolo – per chiunque abbia intenzione di imboccare una strada differente da quella del pensiero mainstream.

Così per i progressisti il nuovo tormentone dell’estate è vedere in Vannacci la punta dell’iceberg di quell’anima nera (copyright La Repubblica) e di quella galassia nera (segue a ruota La Stampa, con grande originalità) che come un magma si muoverebbe sotto la crosta terrestre della destra italiana. Anzi, peggio, che la terrebbe in scacco con il suo peso elettorale, tanto fantomatico quanto inesistente, dato che ogni volta che formazioni estremiste si sono presentate alle urne sono state rispedite a casa dagli elettori con percentuali da zero virgola o, invocando il freddo visto il trepidante caldo, ai gradi di Bolzano.

Ma il caos generale rischia di travolgere anche la destra, che non deve cadere nel tranello della sinistra: né spaccandosi di fronte all’arroganza dei mozzalingue che vorrebbero mettere al rogo l’autore e il suo libro, né trasformando involontariamente il generale nel punto di riferimento culturale di un’intera area. Perché di intellettuali di destra ce ne sono tanti e sono molto più meritevoli dell’attenzione del dibattito pubblico e politico. Quindi, mai sedersi ad un tavolo da gioco con la sinistra, i dadi potrebbero essere truccati.

Ecco un esempio, il Generale Vannacci risponde in merito ai Gay, non li chiamo ricchioni perché potrebbero offendersi. E questa è la risposta di un razzista omofobo? Ai posteri l’ardua sentenza!

Pubblicato da edizioni24

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