Scuola, pediatri italiani in rivolta: “Le famiglie sono stressate, basta un po’ di febbre e si va all’inferno”

Il caos nella scuola è a livelli altissimi. I genitori sono disorientati di fronte alla ricomparsa delle patologie stagionali e dalla coesistenza del virus Sars-CoV-2. Ma soprattutto dalla complessità normativa degli adempimenti. A segnalarlo sono i pediatri della Fimp Roma. Denunciano «pubblicamente le innegabili, forti criticità nei processi di rilevamento e contrasto dell’infezione da Sars-CoV-2 nella popolazione».

In questi giorni «non possiamo assistere in maniera inerme al disagio a cui vengono sottoposte le famiglie. Sono costrette a interminabili file per accedere al test diagnostico. Ore ed ore di attesa in auto sono stress che i nostri bambini, ma anche i loro genitori, hanno il diritto di evitare. Proprio per questo occorre intervenire».

Con il Dpcm del 07.09.20 e le regole emanate dalla Regione Lazio vengono definite le procedure per la gestione del bambino che presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5° oppure un sintomo compatibile con Covid-19. «Inutili sono le grida d’allarme di chi denuncia l’eccessivo ricorso al tampone nasofaringeo, molecolare o antigenico. Questo è l’unico strumento attualmente a disposizione dei pediatri di famiglia per autorizzare il reinserimento dell’alunno nelle classi frequentate dopo sintomatologia sospetta».

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