Saviano è disperato, qualcuno lo aiuti: pur di attaccare il governo s’attacca pure all’orsa Amarena: colpa della legittima difesa

La sinistra in tilt non sa più che inventarsi per affibbiare persino l’uccisione dell’orsa Amarena all’esecutivo in carica. Così, dopo la parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, Eleonora Evi, che nel tentativo di attribuire al governo la responsabilità della vicenda, ha recriminato su presunte, implicite connessioni tra il decreto sulla caccia e la morte dell’orsa, ora è la volta di Saviano di prendersi la scena per improvvisare l’ultima, delirante, performance accusatoria. E lo scrittore e giornalista partenopeo, nel non sottrarsi al confronto sull’abusato tema delle invettive contro Palazzo Chigi, non si lascia sfuggire l’opportunità di alzare ancora di più la temperatura dello scontro e la portata delle argomentazioni. Ingegnandosi fino a scomodare niente di meno che la legittima difesa…

La morte di Amarena la femmina di orso marsicano uccisa due notti fa a San Sebastiano dei Marsi, in Abruzzo, sta scatenando polemiche roventi che la sinistra – con i suoi alfieri sparsi dentro e fuori la scacchiera parlamentare – sta cavalcando nel disperato tentativo di gettare fango sul governo. Sulla scena allora, irrompe via social l’immancabile Roberto Saviano che, su Twitter ribattezzato di fresco X, parte ponendosi interrogativi legittimi: «Perché uccidere un’orsa che da anni si aggira pacifica per Sebastiano dei Marsi senza mai aver aggredito, divenendo insieme ai suoi cuccioli parte della vita quotidiana del paese? Perché non entrare in casa e chiamare i soccorsi? Perché sparare?».

Poi l’autore di Gomorra esce completamente fuori strada, quando dandosi le (sue) arbitrarie risposte, continua a postare: «Forse perché abbiamo dibattuto per settimane sulla barbarie della condanna a morte, in Trentino, di un orso che poi si è scoperto essere incolpevole? Non so, ma l’uso della violenza punitiva fai da te, quando colpisce il mondo animale, non è più solo ascrivibile al perimetro della colpa, ma diventa un atto grottesco». E, ancora: «L’assassino dell’orsa ha considerato la sua proprietà come limite invalicabile e luogo in cui poter imporre la sua legge proprio perché era nella sua terra. Come chi diceva “la difesa è sempre legittima”»…L’iperbolico atta

È sotto gli occhi di tutti, e non c’è bisogno della zingara per indovinarlo, che il riferimento – tutt’altro che puramente casuale – alla battaglia sulla legittima difesa condotta a lungo dalle forze di centrodestra già dai banchi dell’opposizione. E poco importa allo scrittore che il travagliato percorso che ha portato alla ridefinizione della formula giuridica del tema al centro della delirante discettazione di Saviano sia stata intrapreso e condotto in nome di tutti quei cittadini che si sono visti costretti a intervenire per tutelare la propria incolumità o quella di altre innocenti vittime di criminali e violenti. Per lui conta solo un a parte del dibattito.

E infatti a stretto giro aggiunge l’iperbolica conclusione: Da anni viene orrendamente proclamato da più parti: armati, spara, difenditi”, sentenzia dunque Saviano. «Così l’istinto che si va formando in alcuni è proprio questo: entri nella mia proprietà, sparo. D’istinto. Come se il solo valicare rendesse uomini e animali bersagli da abbattere». Bene, come ha scritto già qualcun altro sui social – e non solo – la sinistra alla disperazione non sa più a che attaccarsi. A quale santo votarsi. E quale demone evocare. Ma se questi sono gli argomenti degli avversari politici del governo Meloni, la maggioranza può dormire tra sette guanciali…

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