Rai, la coerenza degli uomini di destra, Lollobrigida: “Nessuno costringe Fuortes ad andarsene, la lottizzazione non ci interessa”

Ci sono i fatti, poi c’è la narrazione dei retroscena. I primi raccontano di un governo che va avanti e approva quello che c’è da approvare; la seconda di «scontri», «blitz», «leggi ad personam», costruendo l’idea di un esecutivo allo sbando per le lotte di potere sulle nomine. Ma basta rimettere in fila i fatti per smontare la narrazione, ed è quello che fa il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in una intervista al Corriere della Sera nella quale chiarisce: «Nessun retroscena, questo governo è assolutamente trasparente».

«Non ho registrato alcuno scontro, alcuna tensione tra noi e la Lega. Anzi, in Cdm si respirava un clima di grande serenità, abbiamo approvato tutto quello che c’era all’ordine del giorno», ha spiegato Lollobrigida, a proposito delle presunte frizioni sulle nomine ai vertici della Guardia di Finanza che avrebbero coinvolto da un lato Meloni e Mantovano e dall’altro Giorgetti e Crosetto. La narrazione, appunto. Di fronte al fatto che «non mi risulta che all’ordine del giorno ci fosse qualcosa che non abbiamo approvato».

Non mi risulta alcun blitz e non ci sono stati rinvii. Ho visto in Cdm sia Guido e Giancarlo che Giorgia e Alfredo e non ho percepito alcuna tensione. Se prima c’è stato un confronto su temi fondamentali, si è concluso in maniera molto positiva, molto serena», ha chiarito il ministro, ricordando anche che «non c’è nulla che possa minare il rapporto franco, leale e di profondo rispetto tra  Meloni e Crosetto anche dovuto a una comprovata amicizia. E credo di poter dire lo stesso di Giorgetti».

Anche sul destino dell’ad della Rai, Carlo Fuortes, e il presunto incrocio con la questione dei sovrintendenti, altro tema di questi giorni utilizzato per costruire quella narrazione, Lollobrigida si è rimesso ai fatti. «Il ministro Sangiuliano ha rimosso una criticità che provocava una disparità di trattamento tra sovrintendenti italiani e stranieri. Non capisco la strana connessione che si fa con Fuortes e il San Carlo», ha detto il ministro, respingendo la lettura secondo cui il decreto sarebbe pensato per «silurare Fuortes, liberando per lui il teatro San Carlo di Napoli», come sottolineato nella domanda posta da Monica Guerzoni, che firma l’intervista. «Fuortes, che è persona autorevole, può decidere se accettare o meno l’opportunità di guidare il San Carlo, nel caso si presentasse. È una sua valutazione. La malignità – ha avvertito Lollobrigida – è nella testa di chi mette in connessione questa possibilità con il decreto sui soprintendenti».

«A me risulta che nessuno abbia costretto Fuortes ad andarsene e credo che la legge gli consenta di restare. Nessuno ha fatto una norma per commissariare la Rai, non c’è una azione diretta del governo», ha quindi proseguito l’esponente di FdI, ricordando che «Fuortes in teoria ha ancora un anno in Rai». «È una persona in gamba e se volesse andare in un altro posto – ha commentato Lollobrigida – credo sarebbe libero di farlo. Se invece si dovesse arrivare a una ricomposizione del Cda, si farà con le regole e gli equilibri garantiti a ogni governo».

«Lo sa qual è l’unico atto grave mai rilevato in Rai?», ha quindi incalzato il ministro, offrendo ancora una volta un fatto in risposta alle illazioni, ai retroscena, alle ricostruzioni forzate: «Nella scorsa legislatura, per la prima volta, l’opposizione è stata esclusa dal cda della Rai, l’unico atto di occupazione sistematica da parte di una maggioranza». «Non mi risulta che FdI abbia mai avuto interesse per le lottizzazioni. Ci siamo sempre chiamati fuori da ogni spartizione di poltrone», ha proseguito Lollobrigida, ricordando anche, a proposito del commissariamento di Inail e Inps in vista della riforma della governance, che «la riorganizzazione di alcune aziende dello Stato si è fatta tante volte nella storia moderna della Repubblica, per rendere più efficiente l’azione del governo come la legge prevede».

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