L’incoronazione di Carlo III: la tradizione e l’omaggio a Filippo. La diretta

Le cinque fasi, i giuramenti, gli ospiti, le novità. Alla vigilia dell’incoronazione di Carlo III e della regina Camilla sono già noti i dettagli di un evento che, ha ricordato stamattina il premier britannico Rushi Sunak, “non è un semplice spettacolo, ma la è l’espressione orgogliosa della nostra storia, cultura e tradizione”. Eppure un conto è raccontarlo, un conto è vederlo. Ecco, dunque, la diretta di un momento storico, che secondo le previsioni potrebbe coinvolgere 100 milioni di spettatori e un numero incalcolabile di utenti web.

Antica più di mille anni, la cerimonia di incoronazione di Carlo III e la regina Camilla, è previsto che duri circa due ore e sarà officiata dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, nella solenne cornice dell’abbazia di Westminster. Prevede cinque fasi distinte: il riconoscimento, il giuramento, l’unzione, l’investitura e l’intronizzazione. Il rito rispetta pienamente la tradizione, ma con alcune novità, per sottolineare il rispetto di tutte le fedi, e comprende un giuramento corale di fedeltà al re, che può essere pronunciato da tutti i britannici.

L’arrivo di Carlo III nell’abbazia è fissato poco prima delle 11 (mezzogiorno in Italia) attraverso la Great West Door. Il sovrano indosserà un’uniforme militare, invece dell’abito regale con scarpini e calze di seta di suo nonno re Giorgio VI. Una processione reale lo accompagnerà sino al Coronation Theatre in fondo all’abbazia.

Fra i paggetti vi sono il principino George, primogenito di William e Kate, destinato un giorno a diventare re, assieme ai nipotini di Camilla, Lola, Eliza, Gus, Louis e Freddy. La musica dell’intera cerimonia dell’incoronazione è stata scelta personalmente da Carlo e comprende 12 brani creati per l’occasione, fra cui una composizione di Andrew LLoyd Webber e un’altra di musica greco ortodossa, in memoria del padre del sovrano, principe Filippo, nato in Grecia. Per la prima volta non vi saranno inni solo in inglese, ma anche in gallese, gaelico scozzese e gaelico irlandese, altre lingue parlate nel Regno Unito.

La cerimonia vera e propria ha inizio con il “riconoscimento”. Re Carlo verrà presentato “al popolo” dall’arcivescovo di Canterbury, che lo proclamerà “indubbio re”. La congregazione risponderà con il grido: “Dio salvi il re”, seguito dal suono delle trombe. Successivamente Carlo giurerà sul Vangelo di rispettare la legge e la Chiesa d’Inghilterra. Il testo dei tre giuramenti, compreso l’impegno a mantenere “la religione riformata protestante”, non cambierà – per questo ci vorrebbe un voto del parlamento – ma l’arcivescovo sottolineerà che la Chiesa d’Inghilterra vuole creare un contesto in cui “le persone di tutte le fedi possono vivere liberamente”.

A questo punto dell’incoronazione re Carlo III siederà sulla Coronation Chair, un sedile di legno risalente al 1300, sul quale sono stati incoronati 26 monarchi. Fu realizzato per ordine di re Edoardo I per contenere la Pietra del Destino, antico simbolo della monarchia scozzese. Restituita alla Scozia nel 1996, la pietra è stata riportata a Londra per l’occasione. Posto sul mosaico del “cosmati pavement”, il trono si trova davanti all’altare maggiore.

L’arcivescovo di Canterbury procederà allora all’unzione di Carlo III, sottolineando così lo status spirituale del re, che è anche capo della Chiesa d’Inghilterra. L’olio per la cerimonia proviene dalle olive del Monte degli ulivi a Gerusalemme ed è stato consacrato con una cerimonia nella Chiesa del Santo Sepolcro. L’olio, contenuto in un’ampolla d’oro a forma di aquila risalente al 1661, verrà versato su un cucchiaio d’oro del 12 secolo. L’unzione del capo, il petto e le mani del sovrano è la parte più sacra della cerimonia. Per questo avverrà al riparo di un baldacchino, che la nasconderà alla vista del pubblico.

La fase successiva è quella dell’investitura. L’arcivescovo porrà sul capo di Carlo III la corona di Sant’Edoardo, dal peso di oltre 2 kg, risalente al 1661. Poi il monarca riceverà gli altri simboli del suo potere: il globo, l’anello dell’incoronazione, lo scettro con la croce e lo scettro con la colomba. Nel momento in cui Carlo indosserà la corona suoneranno le trombe e salvo di cannone verranno sparate alla Torre di Londra e in diverse località del regno. Altre insegne reali – i bracciali, il manto, l’anello e il guanto – verranno consegnati da pari del regno di fede musulmana, ebrea, sikh e hindu.

Infine vi sarà l’intronizzazione. In passato, una volta seduti sul trono, i sovrani ricevevano in questa fase l’omaggio dei pari, con un giuramento di fedeltà. Ma questa volta potranno farlo tutti i cittadini britannici, nell’abbazia, davanti ai maxischermi, seduti davanti al televisore nelle loro case, in un coro ideale di milioni di persone. Il testo, che l’arcivescovo di Canterbury inviterà a pronunciare sarà: “giuro che sarò veramente leale a Sua Maestà, e ai suoi eredi e successori nel rispetto della legge. Aiutami mio Dio”. Subito dopo il suoneranno le trombe e l’arcivescovo dirà: “Dio salvi il re”. I presenti risponderanno: “Dio salvi re Carlo.Lumga vita Te Carlo Possa il re vivere per sempre”.

Successivamente la regina Camilla riceverà l’unzione, prima di venir incoronata e intronizzata in una cerimonia più semplice, che non comprende il giuramento. Per lei è prevista la corona della regina Mary.

Saranno diversi i momenti per sottolineare l’apertura a tutte le fedi. Una delle letture bibliche, la lettera ai Colossesi, sarà pronunciata dal primo ministro Rishi Sunak, di religione hindu. Per la prima volta, la benedizione verrà condivisa con leader religiosi di altre confessioni cristiane, fra cui il cardinale cattolico Vincent Nichols. Al termine del servizio religioso, il sovrano riceverà gli auguri da leader ebrei, hindu, sikh, musulmani e buddisti, in un atto studiato per sottolineare la volontà di Carlo III di promuovere il dialogo religioso. Altri cambiamenti alla cerimonia religiosa per aggiornare la tradizione prevedono che il re preghi in alcuni momenti ad alta voce. Inoltre dopo che la chiesa anglicana ha permesso alle donne di diventare vescovo nel 2016, l’arcivescovo verrà assistito nella distribuzione della comunione da due donne, Guli Francis-Dehqani, vescovo di Chelmsford, e Rose Hudson-Wilkin, vescovo di Dover.

Fra gli innumerevoli messaggio di auguri, a re Carlo e alla regina Camilla è arrivato anche quello dell’Unione monarchica italiana (U.M.I.).
“I monarchici italiani augurano lunga vita al Re che rappresenta la continuità storica e l’identità culturale e spirituale del suo Popolo e garantisce, attraverso l’esercizio di una funzione arbitrale autenticamente indipendente dagli interessi dei partiti, il pieno dispiegarsi della democrazia parlamentare che proprio sulle rive del Tamigi ha avuto la sua consacrazione nella Magna Charta Libertatum fin dal 1215”, si legge nella nota firmata dal presidente, l’avvocato Alessandro Sacchi.

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