By Filippo Jacopo Carpani
Kiev è tornata sotto il fuoco delle truppe di Vladimir Putin. Stando a quanto riferito dall’ambasciatrice americana nel Paese invaso Bridget Brink su X, “la Russia sta attaccando l’Ucraina con missili ipersonici”. Forti esplosioni sono state udite in città attorno alle 10:30 di lunedì 25 marzo, pochi secondo dopo che le sirene antiaeree hanno iniziato a suonare.
Nel quartiere di Pecherskyi, un edificio a tre piani è stato distrutto dalla caduta di frammenti di uno dei vettori. I media locali hanno riferito di almeno quattro feriti. “L’Ucraina ha bisogno del nostro aiuto ora. Non c’è tempo da perdere”, ha aggiunto l’ambasciatrice Brink, ricordando come negli ultimi cinque giorni le forze della Federazione abbiano lanciato centinaia di missili e droni contro il Paese invaso. Un segnale, questo, del fatto che in questa fase della guerra la Russia si stia trovando a godere di un consistente vantaggio in termini di equipaggiamento, mentre gli aiuti occidentali ridotti o, nel caso dei pacchetti statunitensi, completamente bloccati rendono sempre più difficile per le truppe di Kiev proteggere le città e la popolazione civile.
In particolare, a gennaio funzionari del Pentagono e della Casa bianca hanno dichiarato che sarebbero presto cessati i rifornimenti per i sistemi Patriot, punti cardine dello “scudo” creato dall’esercito ucraino per neutralizzare gli attacchi nemici e capaci di intercettare con successo anche le armi ipersoniche definite da Vladimir Putin “imbattibili”. Le conseguenze di questa mancanza di aiuti sono diventate negli ultimi giorni tragicamente evidenti.
Venerdì 22 marzo, i russi hanno lanciato il più grande attacco missilistico dall’inizio delle operazioni militari, prendendo di mira le infrastrutture strategiche del settore energetico ucraino. I vettori del Cremlino si sono abbattuti nella regione di Ivano-Frankivsk, a Leopoli, Kryyvj Rih, Kharkiv e Zaporizhzhia, facendo anche salire l’allarme per un possibile disastro nucleare. Circa un milione di persone è rimasto senza elettricità e nove sono state ferite. L’attacco è sembrato una replica della strategia dell’inverno 2023, durante il quale la Federazione ha provato a piegare il Paese colpendo la rete energetica e costringendo la popolazione a soffrire il freddo e il buio.
Il giorno prima, giovedì 22, sono stati lanciati 31 missili su Kiev. Un bombardamento, questo, ordinato in risposta ai blitz dei partigiani russi pro-Ucraina nelle regioni di Belgorod e Kursk. Sono state colpite numerose strutture civili, tra cui diversi appartamenti e un asilo, e 13 persone sono rimaste ferite. Durante l’attacco, è stata distrutta anche la casa di un impiegato dell’ambasciata, fortunatamente vuota.