By Luca Fazzo
Si chiamerà «comma 6 bis», ed è un passaggio decisivo, che traduce in legge anni di richieste e di promesse del fronte garantista: i test mentali per i magistrati. Ma con lui arriva una nuova norma che su un altro tema delicato, le pagelle periodiche per le toghe, perde per strada alcuni pezzi, e viene così accusata di essere troppo timida. Il decreto che verrà portato domani all’approvazione del consiglio dei ministri dal Guardasigilli Carlo Nordio (foto) è il frutto di una mediazione faticosa. E come tale rischia di venire criticato da entrambi i versanti, dal partito delle toghe come dagli ultragarantisti: ruolo impersonato in questa circostanza da Azione! e Italia Viva, che accusano Nordio di cedere ai diktat dell’Associazione nazionale magistrati.
Sta di fatto che sul passaggio più inviso al sindacato dei giudici, i test psicoattitudinali per l’ingresso in magistratura, destinati a impedire che ad amministrare la giustizia siano personaggi ferrati in tutte le branche del diritto ma mentalmente disturbati, il decreto segna un netto passo avanti. Nella legge del 2006 che stabilisce i criteri per i concorsi da magistrato viene inserito un articolo 6 bis. Cosa prevede? Che una volta terminati gli esami orali gli aspiranti magistrati vengano sottoposti al vaglio di «esperti qualificati per la verifica della idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie» e che «otterranno la nomina a magistrato ordinario i concorrenti che saranno dichiarati idonei anche alla luce degli esiti dei test in parola».
È una svolta, anche se c’è chi avrebbe preferito dei test periodici, anziché solo al momento dell’assunzione. Unica concessione alle toghe organizzate: sarà il Consiglio superiore della magistratura, d’intesa col ministero della Giustizia, a indicare «tanto le linee di indirizzo, quanto le procedure per lo svolgimento dei relativi accertamenti». Facile prevedere che il Csm, almeno nella parte togata, provi a fare ostruzionismo. Ma il decreto legislativo (che non ha bisogno di ratifica del Parlamento) non potrà essere aggirato a lungo. Tra le ipotesi c’è quella che come test di base si utilizzi il Minnesota, già impiegato con discreti risultati nei concorsi per poliziotto.
Se sui test il risultato pare significativo, ci sono da registrare contestazioni alla stesura finale di un’altra norma attesa da tempo, e prevista già dalla ministra Marta Cartabia del governo Draghi: la valutazione periodica dei magistrati, in vista dei loro avanzamenti di carriera, sulla base di un fascicolo personale che documenti il modo in cui hanno lavorato fino a quel punto, «in modo da individuare la sussistenza di caratteri di grave anomalia in relazione all’esito degli atti», come – ad esempio – aver arrestato spesso degli innocenti. Anche contro il fascicolo si erano levate negli anni scorsi le proteste dell’Anm. Ora il testo di Nordio viene accusato da Italia Viva e Azione! di avere ceduto davanti alle proteste delle toghe. Nonostante le commissioni Giustizia di Camera e Senato avessero chiesto che nel fascicolo fosse documentata per intero l’attività del magistrato, vi verranno invece inseriti solo atti scelti «a campione», cioè a caso. Enrico Costa di Azione! parla di «vergognosa demolizione del fascicolo del magistrato, continuerà a esserci il 99,6 per cento di valutazioni positive». E Raffaella Paita, responsabile giustizia di Italia Viva: «Questo svuotamento dimostra che tra le parole del ministro e i fatti c’è ancora una volta di mezzo e la natura giustizialista del governo: a parole garantisti, nei fatti sempre pronti a assecondare l’Anm».