Prima alla Scala, per Ignazio La Russa è un successo. E Geronimo zittisce i contestatori

Forse bastano le parole di Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, a rispedire al mittente l’assalto del centrodestra a suo padre e al governo. Una Prima alla Scala che doveva essere un “processo” al governo e alla maggioranza, a cominciare dal tentativo maldestro del sindaco (Pd) di Milano Beppe Sala di allontanare la senatrice a vita Liliana Segre da La Russa e Matteo Salvini, ospitati nel palco reale (in assenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni) trascinandola in platea.

Niente da fare, è stato proprio La Russa Senior a mediare, portando la Segre (e Sala) nel palco reale. E dopo aver dribblato l’annunciato “non saluto” delle maestranze vicine alla Cgil (appoggiate dall’Anpi) incontrando solo registi e direttore d’orchestra, e “sfondando” il muro delle telecamere accompagnando lui in persona la senatrice a vita dentro al Piermarini, ha assistito al Don Carlo di Verdi dall’alto, subendo una isolatissima contestazione da parte di un isolato spettatore del loggione che dopo l’inno di Mameli ha gridato “Viva l’Italia antifascista” e “No al fascismo”. Insomma, chi sperava nella guerriglia è rimasto deluso. 

“La musica ha spazzato via le polemiche – è il commento di Geronimo La Russa durante il primo intervallo -, poi è Sant’Ambrogio, non è giornata da polemiche”. Presidente di Aci Milano e recentemente nominato nel Cda del Piccolo (anche in questo caso, tra i velenosi commenti del centrosinistra), il figlio di Ignazio è sembrato soddisfatto e alla domanda dei cronisti se stesse andando tutto liscio ha risposto: “Pare di sì”, parlando poi di “uno spettacolo meraviglioso” con “voci eccezionali. Una bella serata per avere Milano ancora al centro del mondo”. 

Nel foyer, anche Salvini ha messo al loro posto i contestatori: “Opera bellissima, poi se uno va a fischiare agli Ambrogini o a sbraitare alla Scala ha un problema, è nel posto sbagliato. Alla Scala si ascolta, non si urla”. 

Anche il mondo della cultura, non solo quello della politica, ha invitato tutti a fare un passo indietro. “Bisogna andare oltre le polemiche e il fatto che La Russa sia sul palco con la Segre è un bel segnale di unità”, è il commento di Roberto Bolle, etoile della Scala. “Bisogna essere tutti uniti in una serata come questa di celebrazione della cultura italiana nel mondo”.

Pubblicato da edizioni24

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