Daniele: “Basta riempirsi la bocca e fare passerelle sui funerali della povera Giulia, lasciatela riposare in pace”

By Gaetano Daniele

In un Paese matriarcale come l’Italia, a volte, capita che ai nostri ragazzi non viene data la giusta educazione. I figli, maschi o femmine che siano, vengono, per il 90% dei casi, affidati alla crescita delle mamme. Nelle scuole la prevalenza di insegnanti è donna etc etc. Quindi, smettiamola di dire cazzate. Sulla morte delle povera Giulia, si doveva intervenire prima, perché segnali di squilibrio mentale da parte del bastardo, vi erano. E non sono neanche d’accordo della scelta di trasmettere i funerali di Giulia quasi a reti unificate. La ritengo una decisione di cattivo gusto e, soprattutto, lesiva nei confronti delle altre vittime, le quali non hanno ricevuto la medesima attenzione, come se fossero di serie B.

Emerge quasi una sorta di differenziazione tra Giulia Cecchettin e le altre donne uccise per mano di un partner o ex partner. Forse che le altre valevano di meno? Forse che le altre non meritavano corone e fasci di fiori offerti dalle istituzioni, la presenza di migliaia e migliaia di persone, lo spazio mediatico, i commenti di politici, giornalisti, opinionisti che da settimane dibattono, h24, sia sui giornali che in tv di questo delitto? Per non dire che stanno sbucando opinionisti, criminologhi con la licenza elementare, come funghi. A sentirli, per curiosità, non sai poi se correre in bagno o buttare la televisione nel giardino adiacente. Come la Bompiani. L’avete sentita? Vuole abolire la fedeltà coniugale! Non me la prendo con lei, ma con chi ha il coraggio di ospitarla.

Penso che tale interesse derivi da un elemento che caratterizza questo fatto di cronaca: la strumentalizzazione politica e soprattutto ideologica che ne è stata fatta in maniera spregiudicata ancora prima che fosse ritrovato il cadavere della ragazza. Siamo arrivati ad utilizzare persino un assassinio per attaccare il governo, la destra, Meloni, Salvini, Fratelli d’Italia, individuati quali difensori del patriarcato che, a sua volta, sarebbe causa della violenza contro le donne la quale talvolta tracima nell’omicidio, chiamato rigorosamente femminicidio.

È stato tirato in ballo pure lo Stato, come se dalla sua assenza sia derivata la fine atroce riservata a Giulia dal suo ex, Filippo Turetta. Ma cosa diavolo c’entra lo Stato? In questa visione alterata della realtà, Giulia non è soltanto vittima di Turetta, bensì ella diviene vittima universale, vittima di tutti, vittima anche tua, anche mia, essendo noi maschi (fino a prova contraria), vittima dei fascisti, dei razzisti, degli omofobi, della maggioranza, degli elettori di destra, della cultura dello stupro, del sessismo, del maschilismo imperante, etc etc. Va da sé che tale strumentalizzazione si trasforma, per un meccanismo automatico e naturale, in spettacolarizzazione. Da qui il delirio del funerale trasmesso in tv, i parenti spiati dall’occhio della videocamera come fossero vip, per scandagliarne e coglierne e interpretarne ogni emozione, l’urgenza di inviare corone di fiori per non essere da meno e altresì l’urgenza di esserci per non essere giudicati male per non esserci stati.

Osservo con costernazione tutta questa messinscena finalizzata sfacciatamente allo sfruttamento di una tragedia a fini propagandistici e anche di audience. Nomini non a torto la sorella di Giulia, Elena, glorificata dalla stampa nazionale, che ormai pende dalle sue labbra diffondendo pregiudizi di genere, preconcetti da Paese islamico, accuse ingiuste e infondate. Irriverenza la mia? No, soltanto onestà. Lasciateci almeno dire questo! Giulia, ti vogliamo bene, riposa in pace!

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