Brescia, 16enne egiziana canta e balla in un video su Tik Tok senza velo: e il padre la prende a botte

Questa volta l’epilogo tragico è fortunatamente solo sfiorato. Eppure, dalla stessa terra che ha denunciato la morte della 21enne pakistana Hina Saleem, uccisa da padre, zio e due cognati nel 2006, perché “troppo occidentale”. E dalla stessa città – Brescia – dove è cresciuta Sana Cheema uccisa a 24 anni in patria perché, come Saman Abbas, ha detto no alle nozze combinate. Arriva l’ultima, inaccettabile storia di mancata integrazione e di violenza domestica. La vittima è una sedicenne di origini egiziane. Che ha sfidato le ire del padre 44enne semplicemente cantando e ballando per un video su Tik Tok senza indossare il velo islamico

Un momento come tanti che si registrano nelle case che ospitano adolescenti in tutto il mondo, ma che tra quelle mura erette a presidio di un oscurantismo e baluardo di una volontà di non integrazione nel tessuto sociale in cui si è scelto di vivere, diventano un caso di cronaca. Una vicenda in cui solo per il tempestivo intervento di una amica della giovane, non stiamo oggi a parlare dell’ultima vittima sacrificale che i familiari hanno immolato sull’altare di un ossequio a dettami religiosi e culturali la cui trasgressione è stata troppo spesso punita con la morte

Una vicenda su cui, non a caso, grava l’ombra di una “partecipazione familiare” anche più estesa. A quanto risulta, infatti, ad accorgersi del “balletto incriminato” sarebbero stati in verità alcuni parenti che vivono in Egitto. I quali si sarebbero preso la briga di segnalare quelle immagini che hanno scatenato la furia violenta al genitore della ragazzina.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.