Peppa Pig, gli spettatori cattolici con Giorgia Meloni: giù le mani dai bambini, basta distorsioni sulla famiglia da chi dovrebbe difendere la famiglia

Legittime quanto condivise le posizioni di Fdi sulla controversa questione dell’episodio delle due mamme in Peppa Pig, disegno animato diffuso a livello planetario in 180 Paesi del mondo, con cui stanno crescendo generazioni di bambini. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, fomentate da una levata di scudi montata ad arte dalla sinistra pronta a cavalcare rivendicazioni di parte e malcontento nel segno dell’indottrinamento gender, ancora oggi la querelle pedagogico-sociale non accenna a stemperarsi. La svolta che sdogana e rilancia, per la prima volta nella popolarissima serie d’animazione televisiva, il prototipo familiare politically correct delle due mamme gay. Invocata da dem e universo arcobaleno. E cavalcata dai produttori del cartone britannico pronti a cedere alle pressioni multicolore, alimenta un dibattito sempre più infuocato sui social specialmente. E tra gli utenti, oggi sono in scesi in campo a dire la loro anche gli spettatori cattolici.

I quali fanno quadrato attorno all’appello di Fdi. E alle recriminazioni della sinistra politically correct oppongono il loro no alla messa in onda del cartone animato con l’episodio delle due mamme. «È inaccettabile la scelta degli autori di Peppa Pig di inserire un personaggio  con due mamme. I bambini non possono essere solo bambini? Vogliamo ribadire e rendere nota la nostra contrarietà a questa “politica” del palinsesto”», hanno duramente commentano gli utenti all’Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione). Che poi proseguono: «Innumerevoli le segnalazioni in merito arrivate nella redazione dell’Associazione cittadini mediali, etichettando tale scelta indegna di un servizio pubblico che si rispetti». Con Giovanni Baggio, presidente nazionale Aiart, massmediologo, preside e rettore dell’Istituto De Filippi di Varese, che definisce «inappropriata tale scelta».

«Il tema – spiega infatti il numero uno dell’Associazione – è delicato. Ma non possiamo sottrarci dal segnalare che in maniera indiscriminata, e senza alcun tipo di preavviso, si fa passare questa narrazione come una condizione totalmente riconosciuta e totalmente egualitaria rispetto alla famiglia di un uomo ed una donna». Pertanto, segnala ancora Baggio, è «necessario comporre questo percorso con un dibattito. O quanto meno con una controproposta di pari entità. Lanciamo il nostro appello a tutti i partiti politici affinché si pronuncino su una questione così delicata. Un servizio all’insegna della chiarezza delle posizioni. Il caso della famiglia è indicativo. E sembra non esistere più sui media, se non nei suoi tentativi di distorsione che, a quanto pare, fanno più ascolti. Proviamo allora – conclude il presidente nazionale Aiart – a superare le teorie più accreditate, che leggono i media in chiave strumentale. Proponendo un punto di vista “altro” che valorizza anche la dimensione della responsabilità».

In conclusione, quindi, l’Aiartchiede «di difendere gli spettatori da un disservizio pubblico che rischia di creare un cortocircuito sociale e di appiattire la comprensione  di questioni importantiPiù responsabilità nella comunicazione. E un monito contro la latitanza mediatica nei confronti di temi cari alla Chiesa cattolica, su tutti quello della famiglia. Sono messaggi chiari quelli che lancia il presidente nazionale Aiart, anche in vista delle prossime elezioni. Quali saranno i partiti che appoggeranno una questione così urgente? Sono auspicabili larghe intese»…

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