By Lucia Gallo (per ith24)
È un fiume in piena il pm Nino Di Matteo in commissione Antimafia, in merito alla sua mancata nomina a capo del Dap. Decisa e proposta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, e ritirata in meno di 24 ore, per favorire qualcuno. Ma questo chi, ad oggi non è ancora venuto fuori. Altro che percezioni.
Parte così il pm Nino Di Matteo: “A questo punto la vicenda non è più personale ma istituzionale”.
E ancora: “Il ministro nel giro di 24 ore fa quel dietrofront, dicendomi che per l’altro posto, quello per cui mi ero proposto (Affari penali, ndr) ‘non ci saranno dinieghi o mancati gradimenti che tengano”.
A chi non era gradito Nino Di Matteo? Chi esponente politico impedì a Bonafede di nominare Di Matteo Capo del Dap?
“A chi si riferisse non è compito mio saperlo, potrebbe dirlo solo il ministro Bonafede – chiosa Di Matteo – e far passare il tutto come un problema di percezione non solo non è vero, ma nemmeno corretto, perché mi si dipinge come uno che o racconta balle o che non è in grado di percepire il colloquio che ha avuto col ministro”.