I medici delle guardie mediche arriveranno presto a rafforzare le fila dei medici di famiglia, oggi sempre più carenti con il risultato che molti cittadini ne sono rimasti privi. Grazie ad un emendamento (che vede come prima firmataria Marta Schifone di FdI) al Decreto lavoro approvato in via definitiva oggi in Senato, ciascuna guardia medica potrà prendere in carico fino a 1000 assistiti. “Porterà assistenza a 1.500.000 cittadini in più e salverà l’efficacia della guardia medica”, annuncia Tommasa Maio, segretario nazionale Fimmg continuità assistenziale. L’emendamento prevede fino al 2026 la possibilità per i medici del ruolo unico di assistenza primaria con incarico a quota oraria di 24 ore settimanali -(ovvero i medici delle ex guardie mediche) di avere in carico fino a 1.000 assistiti.
Grazie all’approvazione di quest’emendamento si risolverà il problema dell’assegnazione del medico di famiglia per un milione e mezzo di italiani. Tutti i Paesi hanno segnalato una carenza di medici, in particolare di specialisti. Negli ultimi due decenni tutti gli intervistati hanno segnalato un aumento del numero complessivo di medici senza per questo risolvere il tema della carenza di personale.
Il governo Meloni ha già aumentato di 4 mila posti la dotazione di posti per le facoltà di medicina. L’obiettivo annunciato è quello di arrivare a quota trentamila entro il 2030, con un aumento progressivo, in relazione al grande fabbisogno presente , rispetto al quale per vent’anni non erano state poste in essere azioni concrete
Ad esprimere sollievo per l’approvazione in Senato dell’emendamento è anche il segretario generale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino. “Quella di oggi ci sembra una buona notizia – dice Mandorino- perché consentire di evitare che milioni di cittadini restino senza medico di famiglia e aiutare a garantire il funzionamento della continuità assistenziale. Chiaramente, c’è ancora molto da fare, perché il problema delle carenze è un tema nazionale. Una domanda che riguarda drammaticamente il Nord Italia ma che è sempre più sentita anche in molte aree del Sud”.