Lo chiamano “Er Pantera”, lascia il carcere e va in ospedale: la storia del Re del Tik Tok romano tra alcol e risse

Er Pantera, all’anagrafe Simone Lopetti, va in ospedale. Precisamente in psichiatria. È un’altra di quelle notizie che si commentano da sé. Er Pantera è stato definito un antisociale. Ormai un classico delle diagnosi che evitano le sbarre.

Il divo di Tik Tok, che sul canale social ha una miriade di seguaci, a giugno scorso entrato in un bar in Piazza San Calisto, evidentemente ubriaco, e ha minacciato gli astanti “ Se non mi date le sigarette vi ammazzo”. Poi, come la novella di Faber, sono arrivati i gendarmi e lo hanno arrestato. Il giorno dopo ha chiesto scusa dicendo che era completamente ubriaco e non si ricordava quanto successo

Lopetti è stato condannato per l’episodio di Piazza San Calisto. Gli hanno dato un anno e due mesi con l’abbreviato e i domiciliari. Poi, il trasferimento in ospedale. Prima della piazzata aveva dovuto subire un’aggressione da parte di un gruppo di ragazzi. Tutte le sue “imprese” sono riportate su Tik Tok, dove ormai spopola da tempo avendo un numero indefinito di follower.

Er Pantera non è matto e non è nemmeno cattivo di fondo. È semplicemente un delinquente di strada a cui bisognerebbe evitare l’accesso a qualsiasi sostanza alcolica.

Ancora più perplessità desta la storia di Federico Pecorale. Sparò a un cuoco in Abruzzo perché gli arrosticini non erano tanto saporiti. Il povero ragazzo è su una sedia a rotelle per le conseguenze di quegli spari. Pecorale ha avuto riconosciuto la seminfermità in primo grado e probabilmente, anzi certamente, la sua strategia difensiva sarà quella dell’infermità totale in appello. Un po’ di anni di Rems e poi libero come un uccello, mentre il  cuoco non può più camminare. Del resto i casi di Mauro Rozza Renato Valboa insegnano, purtroppo, che si possono commettere uxoricidi e tornare in libertà. O magari, come è successo a novembre scorso, rubare cinque euro al supermercato e finire in galera.

Pubblicato da edizioni24

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