Il pediatra demolisce la Azzolina: “resteranno a casa anche con il raffreddore?” Si dimetta immediatamente

Dopo settimane e settimane di crisi gestionale da parte della ministra dell’istruzione grillina Lucia Azzolina, pare sia maturata la decisione ufficiale: il 14 settembre 2020, a meno di una seconda ondata di Coronavirus, si tornerà a  scuola.

L’annuncio è stato dato direttamente da Lucia Azzolina in conferenza stampa, spiegando, ammesso che qualcuno la capisca, le indicazioni del caso per la riapertura in totale sicurezza.

Ma nonostante ciò non sono mancate le polemiche nelle indicazioni del Comitato tecnico-scientifico. Nel documento si legge che per essere presenti in aula (dagli studenti all’intero personale operante) non bisogna avere sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37.5°C anche nei tre giorni precedenti, non bisogna essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni e non bisogna essere stati a contatto con persone positive – per quanto di propria conoscenza – negli ultimi 14 giorni.

Almeno per il momento non è prevista la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso degli istituti: la responsabilità genitoriale sarà relativa allo stato di salute proprio e dei minori affidati.

Queste alcune delle disposizioni che si leggono nel testo. E, in merito a queste misure il pediatra ha fornito diversi consigli: “Anche d’inverno sono diffuse forme di allergie da polveri.È importante fare il vaccino perché in caso di febbre sapere di poter escludere l’esistenza di virus influenzali faciliterebbe la diagnosi differenziale, cioè aiuterebbe i medici a capire”,

E ancora: “Sarebbe importante anche la vaccinazione contro il meningococco b”.

Ma il dato sconcertante è che stando alle misure introdotte, basta un semplice raffreddore per far rimanere a casa milioni di bambini con conseguenze sia a livello i apprendimento che in termini di assemze.

Pubblicato da edizioni24

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