Giuseppe Conte sotto accusa sulla “Zona rossa” in Lombardia: militari lasciati per giorni senza ordini, perché?

By Lucia Gallo (per ith24)

Troppe cose non tornano sulla ‘zona rossa’ in Lombardia prima dell’emergenza coronavirus. A chi competeva perimetrarla, a Fontana o a Conte? Nel dubbio la magistratura va avanti e dopo aver sentito il governatore nei giorni scorsi, ha convocato il premier per oggi. Al momento, è una convocazione come persona informata dei fatti, come i ministri Lamorgese e Speranza. Anche se da indiscrezioni lanciate da ith24, un ministro vicino a Conte, pare gli abbia già girato le spalle dichiarando che all’epoca dei fatti, le scelte portate avanti da Conte, erano scelte personali. Ed è proprio per questo motivo che nessuno può escludere che, in prosieguo, non scattino i relativi avvisi di garanzia per epidemia colposa.L

Nell’occhio del ciclone i comuni di Alzano Lombardo e Nembro, entrambi della Bergamasca. Due focolai lasciati per giorni senza interventi, lasciando che il virus facesse contagi e morti a iosa.

Quando l’8 marzo, il governo ha dichiarato “zona arancione” l’intera Lombardia, era tardi: i buoi erano già scappati. Conte ostenta tranquillità, ma è consapevole che un avviso di garanzia – per quanto a volte rappresenti un passaggio obbligato a tutela dell’interessato – non è mai un buon viatico per chi governa. Nello specifico, il premier dovrà spiegare perché nessuno si preoccupò di perimetrare la “zona rossa” attorno ai due Comuni contagiati.

Soprattutto, dovrà chiarire perché, nella notte tra il 5 e 6 marzo, non arrivò l’ordine ai quasi 400 uomini, tra militari e agenti, mobilitati e inviati a Bergamo di far sbarrare Alzano Lombardo e Nembro. Anzi, quattro giorni dopo arrivò l’ordine del rompete le righe. Eppure, come ricostruisce il Giornale, il 3 marzo la Lombardia aveva avvisato il governo del possibile focolaio in Val SerianaPalazzo Chigi aveva chiesto un consiglio al Cts (Comitato tecnico-scientifico), che due giorni dopo, risponde che “i dati in possesso rendono opportuna l’adozione di un provvedimento per inserire Alzano Lombardo e Nembro nella “zona rossa””. Vi era, quindi, anche il parere degli epemiologi. Ciò nonostante i militari mobilitati sono rimasti senza ordine. Un nuovo 8 settembre dell’Italia spezzata tra governo e governatori.

Insomma, una situazione che non può non essere chiarita davanti ai giudici di Bergamo. Soprattutto per le tante vittime innocenti, cadute per mano di incompetenti, che invece di salvaguardare la salute dei cittadini, sceglievano quale pochette indossare.

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