Buffetti, sberle e schiaffoni. Sempre sferrati a distanza e in maniera ideale, per fortuna. Ma non per questo meno fragorosi. Il rapporto tra Vincenzo De Luca ed Elly Schlein si è ormai ridotto a un perpetuo scambio di frecciatine, rivelatrici di una reciproca insofferenza politica destinata ad accentuarsi sempre più. Nelle scorse ore, l’ennesimo screzio tra i due, innescato dalle parole che il segretario dem aveva pronunciato a Che tempo che fa, stroncando l’ipotesi di una ricandidatura per il governatore campano. Da parte di quest’ultimo non si è fatta attendere la seccatissima replica, arrivata dopo le bordate dei giorni scorsi contro i vertici romani del pd.
“So che Vincenzo De Luca ha scritto un libro, ricordo che è stato eletto per la prima volta nel 1993, quando io avevo 8 anni. Il titolo giusto del libro dovrebbe essere ‘grazie Pd‘, perchè il Pd non è né la sua segreteria, né il suo gruppo dirigente ma una grande comunità di persone e credo vada rispettato“, ha affermato Schlein nella trasmissione tv in onda sul Nove. Poi al scoppola al governatore campano sulla sua possibile ricandidatura. “Il terzo mandato in questo momento non è previsto dalla legge“, ha scandito la deputata dem, chiudendo idealmente la discussione sull’argomento.
A poche ore da quelle esternazioni, il presidente della regione Campania ha risposto in tono perentorio alla Schlein. Con le parole pronunciate da Fazio – ha detto – “ha fatto un’altra figuraccia, perché nel 1993 e nel 1997 mi sono candidato senza lista di partito“. De Luca che in quegli anni era stato eletto sindaco di Salerno, ha pertanto rincarato: “Mi candidai con due liste di programma, quindi ha perso un’altra buona occasione per tacere“. E via, un’altra scoppola al segretario di partito criticato di recente per la propria linea ultraprogressista.
“Dovremmo cercare di costruire le condizioni per un Partito Democratico, non per Lotta Continua. Se dovevamo costruire una forza politica radicale di sinistra, che ci riscalda il cuore e poi perde le elezioni, non c’era bisogno del Pd“, aveva attaccato al riguardo il governatore campano, strigliando la Schlein. Nella medesima occasione, il politico aveva anche fatto a pezzi i dirigenti nazionali del proprio partito, definendoli a più riprese “maleducati, imbecilli, pinguini“. A scanso di equivoci, poi, se l’era presa con i “cialtroni che vivono a Roma di parassitismo e che per il 90% sono cooptati e parassiti che non hanno neanche il voto della madre“. Una bordata diretta proprio al Nazareno.