Per Netanyahu nessun dietrofront a Gaza: “Nessun cessate il fuoco”

“Non abbiamo voluto noi questa guerra, ma la porteremo a termine fino alla vittoria”. In conferenza stampa, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito la fermezza del suo governo e di tutto il Paese nell’eradicare i terroristi palestinesi da Gaza, mentre al fronte prosegue l’avanzata metodica delle Idf. “C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Ora è tempo di guerra”.

“In questo momento è in gioco il futuro della nostra civiltà”, ha sottolineato il premier, che ha nuovamente paragonato Hamas al nazismo. “È tempo di decidere se siamo disposti a lottare per un futuro di speranza e promessa, o arrenderci alla tirannia e al terrore”. Il capo del governo di Tel Aviv ha anche ripetuto che Israele non accetterà un cessate il fuoco, esattamente come non lo avrebbero accettato gli Stati Uniti dopo Pearl Harbor o gli attentati dell’11 settembre.

Riguardo alle 239 persone prigioniere nella Striscia di Gaza, Netanyahu ha affermato che le forze armate e i servizi di sicurezza hanno raggiunto la valutazione condivisa secondo cui Hamas non li rilascerà “a meno che non sia posto sotto pressione”. Il premier ha aggiunto che l’operazione di terra “può creare la possibilità di liberare gli ostaggi”, perché “aumenta e crea più pressione”. Si è tratta della prima conferma, ancora non ufficiale, dell’inizio della grande offensiva sul terreno. Il primo ministro, inoltre, ha ribadito l’impegno di Israele in questa missione e la liberazione della soldatessa Ori Megidish ne è una dimostrazione palpabile. “Bibi” ha anche esortato “ogni Paese civile” a stare dalla parte di Israele e richiedere il rilascio degli ostaggi.

Sul tema dei civili rimasti bloccati nelle zone di combattimento, Netanyahu ha sottolineato che “c’è una zona sicura ma Hamas non gli permette di andare via. Stiamo facendo tutto il possibile per evitare la morte dei civili, mentre loro cercano di lasciarli lì per metterli in pericolo, puntandogli le armi addosso”.

Tra le domande rivolte al premier dai giornalisti, c’è stato anche spazio per la situazione politica interna a Israele. “Dimettermi? L’unica cosa che voglio è che si dimetta è Hamas, li costringeremo a dimettersi e a rinunciare ai loro obiettivi”, ha detto Netanyahu, rispondendo ad un interrogativo sulle crescenti critiche ricevute, inaspritesi dopo il suo attacco ai vertici dell’intelligence. “È una mia responsabilità e così continuerò a guidare il mio Paese. È una cosa che credo unisca Israele, siamo qui a sostenere le Idf, le forze di difesa israeliane, riservisti e forze di sicurezza”.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.