By Gaetano Daniele
Che la Lega di Matteo Salvini sia il primo partito in Italia, lo sanno tutti. Anche i bambini. E se la sinistra si illude di poterlo indebolire come fece Zingaretti prima di allearsi con il M5s, ha sbagliato strategia. Anche perché i tempi sono diversi. Dire mai coi 5 stelle e poi allearsi, lascia il tempo che trova. La differenza che passa tra Salvini e gli altri leader, è molto semplice: essa incarna i problemi della gente, tra la gente, mentre i suoi avversari, la sinistra, si è ormai rinchiusa nel palazzo alla costante ricerca di incarichi.
E per poterlo fare in sordina, cavalcano l’onda del fascismo che non esiste, ignorando le Foibe. Per non parlare del costante odio che spruzzano dalle piazze ai social, Sardine con la botta comprese.
Poi c’è lui. Matteo Renzi. Che secondo la sondaggista Ghislieri, gode di ampi margini di crescita. Renzi può crescere. E la sua battaglia contro il ministro Bonafede, ignaro del diritto, testa di legno nel portare avanti il tema della prescrizione, ha lasciato il segno e i cittadini più provveduti sperano che il fiorentino riesca a bloccare il provvedimento insulso e controproducente se non addirittura, a bocciarlo in toto, e a mandare a casa questo governo sfilacciato e privo di senso pratico. Renzi d’ altronde, quando era presidente del Consiglio e propose l’ abolizione del bicameralismo, aveva azzeccato la riforma istituzionale giusta, la quale non passò poiché i suoi numerosi nemici, che pure non erano contrari alla innovazione, non vedevano l’ora di farlo secco perché lo detestavano.
Da tutto questo ambaradan emerge un dato fondamentale per la politica italiana. Se Salvini e Renzi si mettono d’accordo, per Zingaretti e 5 Stelle, ormai allo sbando, è la fine.