By Gaetano Daniele
Caro presidente Conte, si fa per dire. Troppe cose strane. Partendo dai numeri dei contagi, ai morti. La sequenza giornaliera dei morti, ed è una mia considerazione personale, mi lascia pensare che sia più alto, ma spalmato nei giorni per non creare allarmismi. Troppe cose strane anche sull’economia e sugli aiuti. Ho beninteso che vengono aumentate le multe per i trasgressori. Ma quello che non ho capito è questo: le attività, chiuse o aperte, ma con tracollo di fatturato, come vengono aiutate? Con lo spostamento dei tributi che già a fatica e non sempre si riuscivano a pagare? Figuriamoci domani. In sintesi, sei chiuso due mesi? Stai senza pensieri, le tasse che mi devi, me le paghi fra 3 mesi. E che cazzo di aiuto è?
Non è che se oggi un cliente non va a comorare il pane, domani, a negozio aperto, ne comprerà 3. Che ne sarà delle scadenze di titoli fatti ai fornitori fra qualche giorno? Quale sarà la sorte di coloro che hanno le varie paci fiscali; che si troveranno sì certo con lo slittamento, ma senza soldi in tasca e il dover pagare rate e tasse correnti? Debiti su debiti accumulati durante questo periodo di non entrate.
Per non parlare dei proprietari degli immobili che assatanati, soprattutto quelli che hanno sempre evaso le tasse avendo registrato un contratto fittizio rispetto all’incasso e che oggi, richiedono il fitto con il mitra in mano: che gli si dice: ti pago con il 60% di credito d’imposta e chi si è visto si è visto?
Caro Conte, si fa per dire: fatti comprare da chi non ti conosce. Questo, seppur drammatico, è un film che ho già visto.