Ci lascia Toto Cutugno, aveva 80 anni: “un italiano vero”

Le mie canzoni che sfidano il tempo” cantava Toto Cutugno in Emozioni, uno dei suoi indimenticabili successi. Una sfida che il cantante e compositore, morto oggi a 80 anni in un ospedale milanese, ha già vinto per tutti gli italiani. Ha vinto lui, a dispetto degli snobismi di certa critica, allergica agli artisti di successo e non allineati. Colpa delle sue canzoni “troppo orecchiabili”, “commerciali” o, peggio, non abbastanza “impegnate”. Troppo sentimento, nessuna denuncia, melodie cantabili al primo ascolto.

Ha vinto invece Toto Cutugno: nonostante le accuse di non sorridere abbastanza. Reo di non fare dichiarazioni di circostanza per la campagna alla moda, colpevole di essere solamente un grande musicista e interprete. Lo certificano i numeri impressionanti di dischi venduti. Lo dimostra la lista degli interpreti che hanno cantato le sue canzoni in tutto il mondo. A cominciare dal mito Ray Charles, che venne al Festival di Sanremo e cantò la sua canzone Amori (durata quasi 8 minuti, impensabile oggi) in una delle più belle esibizioni della storia del festival dei fiori. La rivista satirica Cuore (inserto dell’Unità diretto da Michele Serra) titolò l’indomani: “Clamoroso caso di razzismo a Sanremo: Ray Charles costretto a cantare con Toto Cutugno”.

Il “razzismo”, 40 anni dopo, era invece quello di Michele Serra e di quelli come lui con la puzza sotto al naso, che tifavano per “cantautori” spariti dopo un’estate, ma meritevoli di elogi perché magari avevano partecipato al Festival dell’Unità o all’ultima raccolta firme promossa dal Pci.

Toto Cutugno, per sua fortuna se n’è sempre infischiato dei carrozzoni della politica e di piacere ai potenti di turno. Agli artisti nazionali e internazionali che hanno cantato le sue canzoni importava solo di avere brani di qualità da cantare. E lui li ha sfornati per big del calibro di Domenico Modugno e Ornella Vanoni, ma anche per Mireille Mathieu, Dalida, Johnny Hallyday, Michel Sardou, Claude Francois, Hervè Vilard.

Lo hanno criticato tanto, ma allo stesso modo lo hanno cantato tutti. A cominciare dal brano che lo ha reso popolarissimo nel mondo: “L’italiano”. Non a caso il premier Giorgia Meloni è stata tra i primi a rendergli omaggio, con un post Social: “Ciao a Toto Cutugno, un italiano vero”.

Con il Festival di Sanremo,  Toto Cutugno aveva un rapporto di amore e odio: era arrivato solo una volta primo (Solo noi), per ben 6 volte secondo, addirittura solo quinto con L’Italiano, piazzaando inoltre nei primi tre posti anche alcuni brani scritti per altri artisti. Sua nel 1990, la vittoria all’Eurovision Song Contest con il brano Insieme: 1992, secondo dei tre artisti italiani di sempre a riuscirci, dopo Gigliola Cinquetti nel 1964 e prima dei Maneskin nel 2021. Cutugno ha più volte raccontato che “L’Italiano” era stata scritta con Cristiano Minellono, per Adriano Celentano (che aveva portato al successo le sue Soli e Il tempo se ne va). Ma il Molleggiato, con maldestro intuito, rifiutò di interpretarla. L’allora patron del Festival, Gianni Ravera, convinse Cutugno a cantarla e fu un successo  mondiale. Il brano scalo’ le classifiche europee, rimase in Italia nella Top 10 per settimane, divenne cover grazie ad altri artisti nel mondo e fu tradotto in diverse lingue, facendo vendere milioni di copie.

«Con la scomparsa di Toto Cutugno – commenta il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone – perdiamo un simbolo nazionale, apprezzato internazionalmente. Piangono tutte le comunità italiane nel mondo – ricorda il deputato di FdI – per cui lui era il simbolo stesso dell’italianità e delle loro radici. Un cantante che ci ha regalato emozioni e poesie e ha fatto sognare la nostra Nazione. Caro Toto, anche lassù ti lasceranno cantare, perché sei stato fiero e un italiano vero».

Pubblicato da edizioni24

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