Quest’oggi ricorre l’ottantesimo anniversario del vile assassinio di Giovanni Gentile. Questa mattina abbiamo partecipato, assieme alla famiglia, alla messa di suffragio in suo ricordo, organizzata presso la basilica di Santa Croce, dove è sepolto. Ieri mattina, invece, una folta delegazione di militanti gli ha reso omaggio al Salviatino, sul luogo dell’agguato gappista.
Filosofo tra i più importanti del Novecento e intellettuale prolifico e profondo, Giovanni Gentile è una figura straordinaria, che ha influenzato un’epoca e trasmesso un enorme patrimonio di idee: il principio di una spiritualità eroica e verticale; l’essenza di un Uomo interiormente libero e costantemente impegnato al superamento di sé; l’idea di uno Stato organico che fosse Comunità viva e dinamica; la visione – da lui realizzata attraverso la più audace Riforma dell’Istruzione mai immaginata – di una scuola capace di educare e formare; la politica quale missione pedagogica e spazio di partecipazione alla storia.
Malgrado il giusto riconoscimento tributatogli con l’emissione di un francobollo, nel luogo del suo martirio non è mai stata apposta una lapide in sua memoria: del resto, non ci si può aspettare niente di diverso da una sinistra logorata dall’odio e mobilitata dalla “cancel culture”. È anche per questo, del resto, che proseguiamo la nostra battaglia di Civiltà.
