Daniele: “Comunisti all’attacco, si scatenano i nick falsi: fascitello, ed ecco che dopo Bella Ciao compare la bandiera palestinese insieme all’europea: nei licei manca solo falce e martello”

By Gaetano Daniele

Ci risiamo, sembrava essere storia passata, ma a volte ritornano. Psicologhe senza palle, e qualche forestiero senza onore si scatena sui social con la speranza di istigare. La faccia, è quella dei soliti nick falsi creati ad hoc per sparare cazzate! La sfigata o lo sfigato di turno si chiama Luca, uno che a suo dire, si ricorda che 40 anni fa, quando aveva appena 8 anni, alle elementari, il suo insegnante, democristiano, gli faceva cantare Bella Ciao. Luca, ad 8 anni già conosceva la differenza tra democristiano e socialista! Un fenomeno.

L’egemonia dei collettivi rossi, travestiti da agnelli, nei licei italiani è cosa nota ma constatare quanta libertà possano avere a scapito della democrazia di pensiero è preoccupante. Non è certo una novità che il pensiero “rosso”, spesso spostato verso l’estremismo, sia dominante nelle scuole e nelle università, vecchio retaggio che si è radicato negli anni Settanta e ancora resiste. Ma ciò che ogni giorno accade nelle scuole dovrebbe essere motivo di allarme per chi crede nella pluralità del pensiero contro il pensiero unico. Luca, profilo falso su Facebook, nel quale entra ed esce in quello degli altri senza che nessuno glielo ha chiesto, è la dimostrazione plastica che i rossi comunisti non hanno nemmeno le palle per metterci la faccia. Ma la mia non è una critica sprezzante, anzi. È proprio grazie a loro che mi convinco sempre più che hanno bisogno di aiuto.

Il liceo Einstein di Torino, in tal senso, rappresenta uno degli esempi limite anche se purtroppo non è l’unico. L’anno scorso ha fatto parlare di sé per aver permesso, durante l’occupazione, l’ingresso di noti esponenti del movimento No Tav e dei ben noti centri sociali cittadini, che hanno tenuto delle masterclass sulle lotte contro l’alta velocità. Per non parlare della “boxe antifà”, laboratorio attivato sempre durante l’occupazione.

L’ultima trovata degli esponenti del collettivo rosso dell’istituto è stata quella di esporre la bandiera palestinese sullo stesso balcone sul quale sono issate quella europea e quella italiana. È lecito supporre, e anche sperare, che per questa azione non abbiano ricevuto il consenso dei vertici dell’istituto e che sia semplicemente stata un’azione intrapresa dagli studenti senza autorizzazione. Ma il fatto rimane grave, soprattutto in chiave democratica. Quella bandiera è stata esposta a nome di tutti gli studenti, il corpo docente e ausiliario dell’istituto Einstein? Perché se così non fosse, allora si configurerebbe un grave danno alla libertà di chi ha un pensiero discorde. E questa volta non mi riferisco a Luca, quello non conta un cazzo. Ammesso che fosse uomo….

La questione non tocca solamente il liceo torinese ma è comune ovunque in Italia. Anzi, ampliando lo spettro di visione in Europa e anche oltre ci si rende conto di quanto le scuole abbiano subito una politicizzazione ideologizzata nel corso del tempo. Sono tanti gli studenti che partecipano alle manifestazioni pro-Palestina nelle piazze italiane e non sono pochi i casi in cui da quelle stesse piazze si alzano cori contro gli ebrei, dai tratti antisemiti.

È esemplare in tal senso l’immagine di Anna Frank, studentessa ebrea uccisa dai tedeschi in un campo di concentramento, con la kefiah durante una di queste manifestazioni. Estremismi intollerabili anche perché viene a mancare la necessaria differenziazione nelle rivendicazioni degli studenti tra Hamas e la Palestina. Parlano di “resistenza” senza averne chiaro il concetto e sostengono gli attacchi contro Israele. E sono quelli che invocano la pace. Grazie Luca!

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