A Reggio Calabria sbarcano i migranti della Rise Above, caos invece sulle navi al porto di Catania

La nave Rise Above è appena arrivata al porto di Reggio Calabria dove ha attraccato al molo di ponente. La nave è stata scortata da 2 motovedette della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. Tra poco inizieranno le operazioni di sbarco degli 89 migranti a bordo (nella foto Ansa alcuni dei migranti). Da giorni la nave della ong Mission Lifeline si trovava davanti alla costa orientale della Sicilia in attesa dell’assegnazione di un porto. Cosa che è avvenuta ieri sera. Secondo quanto si è appreso i migranti sbarcheranno tutti, a differenza della Geo Barents e Humanity one a Catania, perché quello della Rise Above è considerato come un evento Sar.

Cresce intanto la tensione nel porto di Catania sulla Humanity 1e sulla Geo Barents, le due navi delle Ong con il loro “carico residuale” a bordo, i migranti che non sono stati considerati in condizione di fragilità e ai quali è stato impedito di sbarcare. La situazione a bordo delle due navi peggiora di ora in ora. Sulla Humanity, dice la ong, per la “fase depressiva” che stanno attraversando, un gran numero dei 34 naufraghi che ha cominciato a mangiare poco o saltare i pasti. Dalla Geo Barents, invece, in due si sono buttati a mare, seguiti da un giovane che ha tentato di soccorrerli: i tre sono stati riporti sul molo 10 dove è ormeggiata la nave di Msf.

Uno scontro legale si aprirà a giorni nelle aule giudiziarie: i legali di Humanity 1 hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento notificato al comandante di lasciare il porto di Catania, ma senza una ‘scadenza’ temporale, e uno al Tribunale civile affinché il giudice disponga lo sbarco immediato delle persone a bordo in quanto profughi. E potrebbe esserci anche un intervento della Procura di Catania. “So che ci sono associazione che si stanno muovendo per presentare un esposto sul trattamento dei migranti e sul fatto che non stati fatti sbarcare tutti”, rivela il legale della Humanity 1, l’avvocato Riccardo Campochiaro.

Resta invece ancora in acque internazionali la Ocean Viking, con 234 a bordo, che nei giorni scorsi ha chiesto un porto sicuro anche a Spagna, Grecia e Francia. “La situazione sulla Ocean Viking è diventata insostenibile per i 234 naufraghi”. Lo afferma l’ong Sos Mediterranee. “Dopo 17 giorni a bordo, il bilancio della loro salute mentale è critico: molti soffrono di insonnia, ansia e depressione. Alcuni – scrive – manifestano l’intenzione di buttarsi in mare per la disperazione. Lo stato di salute di diversi sopravvissuti che necessitano di cure ospedaliere si sta deteriorando, così come il benessere generale a bordo”. “L’equipaggio assicura ai naufraghi che sbarcheranno tutti sani e salvi, ma la speranza si affievolisce con il persistere dell’incertezza – spiega l’Ong -. Siamo profondamente preoccupati per i sopravvissuti rimasti su Humanity1 e GeoBarents. Gli sbarchi selettivi sono inconciliabili con il diritto umanitario e marittimo e mettono in pericolo la sicurezza delle persone soccorse in mare. Tutti i naufraghi devono sbarcare ora”.

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