A Caserta le “Spie” girano in bici, e sono pure donne di bell’aspetto!

Bellissime, intelligenti, colte, poliglotte, coraggiose, ma anche pericolose. Sono alcune tra le spie donne che si prestarono a lavorare durante i principali conflitti dell’Ottocento e del Novecento fino ai giorni d’oggi. La più famosa, senza dubbio, è stata Margaretha Geertruida Zelle, passata alla storia come Marta Hari, figura femminile senza tempo, simbolo di un’emancipazione difficilmente pensabile per donne della sua epoca, e diventata a suo modo un’icona culturale senza precedenti; a lei sono stati dedicati film, saggi, libri. Fra questi La spia, di Paulo Coelho.

Tra i film, invece, il primo è stato Mata Hari (o Mata Hari, die rote Tänzerin), una pellicola muta del 1927 diretta da Friedrich Fehér, con Magda Sonja nel ruolo della spia danzatrice; troviamo poi il cult per eccellenza, datato 1931 e diretto da George Fitzmaurice, in cui era la diva Greta Garbo a prestare il volto alla celebre spia; nel 1936, il film fu ristampato ma, per conformarsi al Codice Hays, la celebre danza erotica per il dio orientale Shiva fu censurata. C’è anche un film franco-italiano del 1964, diretto da Jean-Louis Richard, con Jeanne Moreau nei panni di Mata Hari.

Infine, anche Elisabetta Gregoraci si è cimentata nei panni della famosissima spia nel film, diretto da Rossana Patrizia Siclari, del 2016.

Come Mata Hari, però, ci furono diverse altre spie donne che, in anni ed epoche diverse, consegnarono le proprie vite alla storia. Alcune di queste riuscirono a farla franca e a vivere a lungo, mentre altre ebbero lo stesso destino infausto di Margaretha. Le loro storie, comunque, valgono la pena di essere raccontate: come quella del “topo bianco”, Nancy Wake, che nella Francia occupata dai nazisti organizzò una tenace resistenza addestrando circa 7000 maquisard, diventata famosa per aver ucciso un soldato tedesco a mani nude, o della scrittrice trentina Luisa Zeni, che durante la Prima Guerra Mondiale rischiò la vita per andare a spiare i movimenti degli austriaci oltre il confine italiano.

Poi, invece, arrivando ai giorni d’oggi, le spie, si sono adeguate ai tempi, ad esempio, nella bella Caserta, si vocifera, che le spie, per non dare nell’occhio, si travestono da cicliste con tanto di casco e cellulare in mano per non dare nell’occhio. Si appostano, fare indifferente, ma non troppo, fotografano il fatto loro, aspettano di vedere o sapere, e vanno via. Lo riferisce un tabaccaio del posto che in un primo momento temeva di essere rapinato: “due tre volte a settimana, dalle 07.30 circa fino alle 08.00, fuori al mio negozio si ferma una signora di mezza età su di una bici. Tenuta ginnica nonostante non abbia il fisico della ciclista, e con tanto di caschetto in testa, aspetta. Si ferma, prende il cellulare, e aspetta. Poi puntuale va via. Ora due sono le cose: o è una spia o vuole rapinarmi.Di solito apro a quell’ora, arrivo a piedi e indosso un vecchio zaino, ne avevo comprato uno nuovo ma l’ho messo da parte proprio perché pensavo ad una rapina. Già ne ho subite diverse, quindi ho oreferito lasciare lo zaino nuovo a casa.Insomma, potrebbe anche darsi semplicemente di una strana coincidenza, ma nel dubbio ho avvisato le autorità“.

Questa proprio ci mancava!

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