Trieste, le infiltrazioni di gruppi violenti fanno annullare la manifestazione dei “No green pass”: meglio evitare tafferugli

Il raduno e il corteo dei No green pass fissati a Trieste per domani e sabato non si terranno più. La comunicazione dei promotori del “Coordinamento 15 ottobre” è arrivata dopo l’autorizzazione da parte della questura, cioè quando ogni scoglio sembrava superato. A far saltare tutto, il pericolo concreto di infiltrazione da parte di gruppi probabilmente intenzionati a creare disordini in città. Lo hanno messo nero su bianco gli stessi promotori.

«Il Coordinamento – spiega una nota diramata qualche minuto fa – ha ricevuto nel corso della giornata odierna ripetute, verificate e preoccupanti segnalazioni riguardanti l’arrivo in città di persone e gruppi a noi ignoti, anche da altre nazioni europee, determinati a commettere atti di violenza in un contesto che potrebbe prestarsi al riproporsi di una nuova strategia della tensione e degli opposti estremismi». La rinuncia alla manifestazione rappresenta è dunque «un atto di responsabilità». Che, spiegano ancora gli organizzatori, «tiene in conto il momento molto delicato per la città di Trieste». Il riferimento è «gravissimi fatti» di lunedì 18 ottobre al «Molo settimo ai danni di persone inermi». Da qui la necessità di «garantire la massima sicurezza ai tanti cittadini che vogliono esprimere il loro civile e pacifico dissenso al green pass e all’obbligo vaccinale».

Accorato l’appello a non convergere su Trieste rivolto in un video ai suoi seguaci da parte di Stefano Puzzer, uno dei portavoce del Coordinamento 15 ottobre. «Non venite qui, non voglio mettere a repentaglio la vostra incolumità», ha detto comunicando l’annullamento della manifestazione di protesta No green pass. «So che questa cosa che vi sto per dire vi farà rimanere male. Però – aggiunge – io vi chiedo di fidarvi di me. Ci sono centinaia e centinaia di persone che vogliono venire qui e rovinare il nostro obiettivo. C’è qualcuno che non vede l’ora di approfittare di questo e dare la colpa al Coordinamento 15 ottobre e bloccare tutte le prossime manifestazioni».

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