Trentino Aldo Adige, aboliti i brutti voti: niente valutazioni sotto il 4. I genitori contrari: premiati i fannulloni

Brutti voti addio: rivoluzione pagelle in Trentino Aldo Adige. Con un colpo di spugna, una nuova legge provinciale ha abolito le valutazioni sotto il 4 per gli studenti che, proprio oggi, sono tornati in classe. Un provvedimento sulla scia di quanto già in vigore in Austria e Germania, dove per semplificare sulla vexata quaestio esiste solo un voto negativo. Stangate addio e platea dei genitori divisa. Come rileva Il Messaggero dando conto della novità, allora, «per i sostenitori, ovvero la stragrande maggioranza, un 2 e un 3 sono un pesante macigno, senza alcun effetto pedagogico». Di contro, i detrattori del nuovo corso fanno notare invece che «in questo modo vengono premiati i fannulloni», annullando le differenze e livellando il rendimento.

La legge, però, come recita il motto, prevede comunque eccezioni alla regola: per i casi particolarmente combattuti, infatti, resiste un margine di discrezionalità riservato ai dirigenti scolastici. La nuova norma, dunque, promossa dall’assessore Philipp Achammer, e anticipata da un lungo dibattito non certo esente da recriminazioni e polemiche di sorta, è entrata definitivamente in vigore. Del resto, come sottolinea sempre il quotidiano capitolino, «in Provincia di Bolzano, da tempo il 2 e il 3 erano già assai rari, perché una raccomandazione invitava i prof ad evitare queste valutazioni “condanna” difficilmente recuperabili».

Un dibattito tutt’altro che esaurito, quello sui voti e sui riflessi delle valutazioni sulla psicologia dei ragazzi, su cui la regione italiana a statuto speciale è intervenuta con nettezza. Ora la parola (quanto meno per i commenti e le reazioni) passa a prof e dirigenti scolastici. Intanto, un sondaggio realizzato da La tecnica della scuola (e riportato sul suo sito), evidenzia: «Qualche mese fa abbiamo chiesto ai nostri di lettori la loro opinione in merito con un sondaggio. A partecipare sono stati in prevalenza insegnanti, che hanno inviato il 73.8% delle risposte, mentre il 14.5% sono stati genitori, il 9.2% dirigenti scolastici e il resto appartenenti alla categoria “altro” composta da studenti, personale Ata e lettori non addetti ai lavori. Ebbene, tra i docenti il 70% non si è detto d’accordo con la proposta».

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