Travaglio, sfregio estremo a Berlusconi sul Fatto. Sallusti lo asfalta: “Datti pace, ha vinto lui” (Video)

“La Repubblica del Banana”. Il titolo di prima del  Fatto di Marco Travaglio reca l’estremo sfregio a Silvio Berlusconi. Sommario: “Pregiudicato per frode fiscale, finanziatore della mafia e nove volte prescritto. Le tv lo beatificano a reti unificate. Funerali di Stato con Mattarella e pure lutto nazionale”. Non lo degna neanche del suo nome. Il direttore non lo chiama Silvio Berlusconi neanche una volta nel suo editoriale, dal titolo: “Coccodrillo di Caimano”. Certo, non siamo tanto ingenui da avere ipotizzato una edizione celebrativa del Cavaliere da parte del Fatto quotidiano. Però c’è modo e modo di operare delle critiche politiche, salvaguardando il rispetto che si deva “a cadavere ancora caldo”. Un tempo si chiamava pietas. L’editoriale è un lungo elenco di frasi giustapposte tra le più indigeste per il palato di Travaglio: tutto ciò che gli ha sempre contestato, poste in maniera irrisoria. Infierire è lo stile da lui scelto.

“Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Un nuovo miracolo italiano. L’Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. L’amico Craxi. L’amico Gelli. L’amico Dell’Utri. L’amico Mangano. L’amico Previti. L’amico Squillante. L’amico Metta. Il lodo Mondadori (…)”. Insomma, frammenti di discorsi e frasi spezzettate di Berlusconi, che Travaglio chiamava B. nei suoi editoriali e ora più neanche più questo. Ci pensa Barbacetto nelle pagine interne con un articolo – “La morte di B” – che si risente del “lutto nazionale per il Condannato”. “Santo (puttaniere) subito“, è l’articolo a pagina 4. Che dire? Dei titoli sulla stampa estera il Fatto coglie fior da fiore le frasi dove si trovano i termini “evasore” e “imbroglione”. Si procede su questo tenore: “ascia un’eredità di bugie”. L’Italia di ieri 12 giugno? “Un’ immensa Canale 5”, si legge in un pezzo che trova anomalea ed esagerata l’esposizione mediatica della morte di Berlusconi. Ci fermiamo qui. Neanche davanti alla morte c’è rispetto

Marco Travaglio aveva iniziato già ieri con gli avamposti dei suoi vignettisti principi, Vauro e Natangelo ad infierire sul leader di FI su La 7.  Scintille inevitabili a Otto e mezzo, tra lui ed Alessandro Sallusti. Lilli Gruber chiede al direttore di Libero: “Quali sono le cose positive che lascia e quali i danni?”. “A me spiace per Travaglio, che evidentemente si sente già orfano. Da oggi gli orfani non sono quelli del popolo di Berlusconi ma i suoi nemici: chi negli ultimi 30 anni ha sostenuto le cose che sostiene Travaglio. Ha esaltato l’evasione fiscale? E’ stato il primo pagatore di tasse italiano per 7 anni consecutivi. Non c’è nessuna sentenza che dice che ha pagato la mafia, ma loro vanno avanti  come se niente fosse”.  Ed è saltato subito su il direttore del Fatto:

“Sì c’è n’è una, la sentenza Dell’Utri“, lo interrompe. “Dell’Utri. Se Berlusconi avesse pagato la mafia sarebbe morto in carcere. Andate avanti pure da morto – replica Sallusti -. La verità è molto più semplice, Berlusconi è stato un grande visionario che ha messo nel sacco tutti questi signori: la sinistra, il Pd, i giustizialisti, Travaglio. E  ha vinto lui perché oggi al governo c’è Giorgia Meloni e una maggioranza di centrodestra decisa dagli italiani, non dalle tv di Berlusconi. Questo governo è l’eredità che lascia Berlusconi. Che ha inventato non solo Forza Italia, che da solo non ha vinto una sola elezione, ma il centrodestra che da 30 anni sta facendo impazzire Santoro e Travaglio. Ha vinto Berlusconi”.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.