By Marco Brosio
Non si vorrebbe mai parlarne, almeno per scaramanzia, ma si deve. Il tema della successione ereditaria è stato riproposto all’attenzione per le annunciate novità del decreto legislativo collegato alla riforma fiscale. Il governo punta a semplificare tutta la corposa normativa che riguarda le successioni e i moltissimi adempimenti previsti attualmente. In materia di dichiarazione di successione è previsto che il contribuente possa calcolare in autonomia l’imposta da versare così come già previsto per altre imposte indirette: ipotecarie, catastali, imposta di bollo e tasse ipotecarie. L’Agenzia delle entrate potrà notificare un avviso di liquidazione entro due anni, qualora emergesse una maggiore imposta da versare.
Il percorso di semplificazione su questa materia delicata era già stato avviato. Qualche novità di procedura successoria era stata introdotta a partire dal 9 gennaio di quest’anno, quando sono entrate in vigore nuove regole sulla dichiarazione di successione. Il nuovo modello e le relative istruzioni sono già online, per trasmettere la dichiarazione di successione.
Per quanto riguarda le novità del decreto legislativo annunciato dal governo sulla successione – si legge in una bozza del decreto – “la dichiarazione è presentata con le modalità telematiche stabilite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Per i soggetti non residenti, la dichiarazione può essere spedita mediante raccomandata o altro mezzo equivalente dal quale risulterà con certezza la data di spedizione”.
Anche per la successione si arriva a una sorta di precompilata. Si dirà inoltre addio all’imposta di bollo, a quelle ipotecaria e catastale, ai tributi speciali catastali e alle tasse ipotecarie: saranno sostituite da un tributo unico, «eventualmente in misura fissa», come ha spiegato il Mef. Per facilitare le modalità di pagamento dei tributi ed efficiente i sistemi di riscossione, viene inoltre previsto l’utilizzo dei mezzi elettronici di pagamento.
Il decreto punta a eliminare le richieste di tanti dati. Ad esempio, vengono eliminati gli estratti catastali relativi agli immobili e il certificato dei pubblici registri con l’indicazione degli elementi di individuazione delle navi e degli aeromobili.
Tre tipi di successione
Si tratta di materia complessa e spesso relegata alle attenzioni dell’ultimo inevitabile momento. È bene rammentare che esistono tre fondamentali tipi di successione:
- la successione testamentaria, in cui il testatore nel dettare le sue ultime volontà designa i suoi eredi e decide a chi e in quali proporzioni lasciare i suoi beni;
- la successione legittima: quando manca il testamento (oppure c’è ma non dispone dell’intero patrimonio ereditario), le proporzioni spettanti a ciascun erede sono stabilite direttamente dalla legge, in base al grado di parentela con il defunto;
- la successione necessaria, che riserva determinate porzioni di eredità (non tutta) ad alcuni parenti più prossimi, chiamati eredi legittimari.
La normativa italiana non consente al testatore di disporre sempre di tutto il patrimonio. Anche in presenza di una successione testamentaria – quindi con le volontà espresse e definite dal “de cuius” – esiste sempre una quota attribuita agli eredi “legittimi”, la cui pretesa limita la cosiddetta “quota disponibile”.
Eredi legittimi e quote
La porzione “libera” nel testamento, ossia la quota disponibile che il testatore può lasciare a chi desidera, viene calcolata come differenza percentuale sulla quota di legittima, sottraendo da 100 (la totalità del patrimonio) le relative frazioni spettanti ai vari legittimari. Perciò il suo ammontare può variare considerevolmente in base alla composizione del nucleo familiare degli eredi legittimari: un uomo sposato ma senza figli potrà dare a chi vuole fino alla metà del suo patrimonio, ma se ha figli la quota di cui può disporre liberamente si riduce ad un terzo, se c’è un figlio solo, e ad appena un quarto se ce ne sono due o più.
Chi sono gli eredi legittimi? Il coniuge, i discendenti (i figli e successivamente i loro figli, quindi nipoti del “de cuius”), gli ascendenti (genitori e nonni), gli altri parenti fino al 6° grado compreso, ma la presenza di parenti più prossimi esclude quelli di grado più lontano. Ma tra gli eredi legittimi è previsto un “ordine successorio” definito dalla legge. Esistono tre “ordini successori” previsti dalla legge, ognuno dei quali esclude il seguente:
- Il coniuge e i discendenti,
- gli ascendenti compresi fratelli e sorelle,
- gli altri parenti fino al sesto grado
In mancanza di tutti, l’eredità va allo Stato
Qualche esempio: se al defunto succedono i figli, questi ereditano in parti uguali; se il defunto lascia il coniuge e un figlio, il patrimonio viene diviso al 50% tra questi due soggetti, cioè 1/2 al coniuge e 1/2 al figlio. Se i figli sono due o più, al coniuge spetta 1/3 mentre ai figli spettano i 2/3, suddivisi in parti uguali. Ai figli legittimi sono equiparati quelli adottivi, quelli nati fuori dal matrimonio e quelli naturali. Se il coniuge non concorre con i figli del defunto ma solo con gli ascendenti, i fratelli o le sorelle o con soggetti di entrambe le categorie, gli spettano i 2/3 dell’eredità, salvo il diritto ad 1/3 degli ascendenti e dei collaterali.
Invece, se il coniuge non concorre con figli, ascendenti, fratelli o sorelle, gli spetta tutta l’eredità.