Strage di Torino, “La linea ferroviaria non era interrotta”. È giallo

Emergono nuovi dettagli dall’incidente che nella notte tra mercoledì e giovedì ha strappato la vita a cinque operai che erano impegnati sulla linea ferroviaria tra Torino e Milano per operazioni di manutenzione. A indagare sulla tragedia ci sono la Polfer e la procura di Ivrea e stando ai primi accertamenti alla base dell’incidente ci potrebbe essere la mancanza di un nulla osta. Infatti, per il momento pare che il passaggio della motrice e degli 11 vagoni passeggeri fosse stato previsto e autorizzato. I due macchinisti del treno, in evidente choc dopo l’incidente, sono già stati ascoltati e sono ora in corso le verifiche delle apparecchiature in stazione e a bordo del treno per capire se ci siano stati buchi nelle comunicazioni tra l’azienda che aveva l’appalto e Rfi.

Come spiega l’azienda ferroviaria all’Ansa, infatti, gli interventi di manutenzione ferroviaria si eseguono, come previsto dalla procedura, in assenza di circolazione dei treni. Quindi, proprio per ragioni di sicurezza, il cantiere può essere attivato solamente dopo che il responsabile della squadra operativa del cantiere, in questo caso dell’impresa esterna, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare in esito all’interruzione concessa da parte del personale abilitato di Rfi.

Se il treno era autorizzato a passare, l’errore è stato a monte. Anche la procura di Ivrea sta indagando in questa direzione perché, come riferisce il Corriere della sera, da ambienti invesigativi fanno sapere che “in quel momento non c’era un’interruzione della linea che avrebbe dovuto esserci. Bisognava accertarsi che i lavori si svolgessero nel momento in cui non passava un treno”. Ovviamente gli accertamenti dovranno essere approfonditi anche nelle prossime ore. Intanto, una nota Rfi riferisce che “Sotto indagine è il rispetto della procedura di sicurezza vigente”. Pertanto, stando agli accertamenti finora effettuati, il cantiere di Brandizzo si sarebbe dovuto attivare dopo il passaggio di quel treno e non prima: “Le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h. La questione è altra: i lavori sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno”.

Gli investigatori dovranno verificare anche le certificazioni di sicurezza dell’azienda incaricata di eseguire i lavori e che queste siano aggiornate e revisionate. Sarà importante anche la testimonianza dei due operai che si sono salvati dall’incidente perché si trovavano a operare a qualche metro di distanza e che ora sono in stato di choc ma illesi. Il sindaco di Brandizzo parla di “qualche errore umano di comunicazione” alla base della tragedia ma i punti da chiarire per avere certezze sono ancora tanti e dovranno essere sciolti con gli approfondimenti e il supporto delle telecamere di sorveglianza della stazione.

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