La rabbia del generale anti-camorra Burgio: “Saviano sulla lotta ai clan? Non pervenuto”

A scrivere, su Fb, è un generale dei Carabinieri dalla luminosa carriera, Carmelo Burgio, impegnato per anni nella zona del Casertano, in trincea, contro i camorristi. La sua versione sul contributo di Roberto Saviano alla lotta ai clan è controcorrente, e arriva nei giorni dalla polemica della sua esclusione in RAI: “Non pervenuto nella lotta alla camorra”, è la sintesi del generale Burgio su Saviano. Parole chiare, dure, in controtendenza rispetto alle “ovazioni” che a Saviano arrivano dalla sinistra e dai paladini dell’autore di Gomorra.

“Ho letto recentemente pezzi pro e contro Saviano… Su tutto la corretta considerazione che non si può pagare con denaro pubblico chi fa politica insultando. Specie se poco prima è stato eliminato dai palinsesti un giornalista che con acrobatici giochi di parole circa recente vero o presunto stupro, poteva passare per sessista. Preferisco andare controcorrente e tirare dritto sul nocciolo della questione…”, scrive Burgio. 

Nativo di Anzio, Carmelo Burgio frequenta dal 1972 al 1976 la Nunziatella di Napoli, dal 1976 al 1978 l’Accademia Militare di Modena, e quindi la Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri, passa ai “Tuscania”, partecipa alla missione LIBANO2 a Beirut, presta servizio dal 1985 al 1987 presso il Nucleo Carabinieri Presidenziale, impiegato nei servizi di scorta al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, serve fino al 1996 presso il Comando Generale dell’Arma, dal 2000 al 2002 è  Comandante Provinciale Carabinieri a Trapani e dal giugno 2002 al dicembre 2003 del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti “Tuscania”. A fine 2003 è Comandante del Reggimento Multinational Specialized Unit in Iraq, subito dopo l’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003 e dal dicembre 2004 Comandante Provinciale Carabinieri a Caserta fino al 2008, quindi Capo del I e poi del III Reparto alla Direzione Investigativa Antimafia.

Da qui la sua autorevolezza nel commento del contributo di Saviano alla lotta alla camorra e alla mafia, con giudizi tranchant del generale ora in pensione.

“Saviano icona della anti-camorra? Io resto ai fatti come li ho vissuti. Un libro di successo e una condanna per plagio… Ricordo che ero a Caserta in quegli anni e non ebbi un uomo né una macchina… per quel libro… E poi Peppe Setola o’ cecato iniziò nel 2008 la mattanza , segno che per sparare ci vedeva… 20 morti in 6 mesi e la strage di S. Gennaro… 1 italiano e 6 africani… in una sera sola. Era allora ministro dell’interno Bobo Maroni… veniva 1 volta al mese in Prefettura organizzando Comitato Nazionale Ordine e Sicurezza Pubblica, arrivò di tutto di più, anche il 186* paracadutisti di Siena che fu di grande aiuto… Setola arrestato insieme a tanti altri. Di altri clan. Il Modello Caserta, per intenderci… Contributo di Saviano alla lotta alla camorra, in quegli anni? Parlo per me e i CC di Caserta : NON pervenuto. Come le temperature di Sofia durante la guerra fredda…”, conclude Burgio.

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