Sinistra a valanga contro Israele: “Rivolta in Palestina”. Gli islamici esultano: “Sia lodato Allah”

Dopo il sangue, l’odio. Devono subire anche questo gli israeliani vittime della jihad ordita da Hamas: vedere lo spettacolo orripilante degli aguzzini che esultano, mentre gli altri restano indifferenti o si mostrano compiaciuti.

Dopo gli orrori, l’oltraggio della menzogna e della propaganda ostile. Se il 7 ottobre sembra un nuovo 11 settembre, il «day after» di Israele è segnato da questa doppia condanna: agli orrori compiuti dagli islamisti (Hamas nasce come sezione palestinese dei Fratelli musulmani) si aggiunge l’ostilità dei fanatici, e la sciagurata incomprensione di un pezzo di Occidente.

Se in Iran sono fuochi d’artificio, nelle piazze arabe si festeggia, come sui social di casa nostra. E mentre molti esultano apertamente, i musulmani «ufficiali» nella migliore delle ipotesi tacciono.

Il fiume dell’odio è in piena. L’inqualificabile «chef Rubio» insulta il Giornale, che è schierato con Israele, e minaccia il direttore Alessandro Sallusti e il direttore editoriale Vittorio Feltri: «Fate schifo – scrive – spero di incontrarvi di persona», ma se la prende anche con Repubblica e tira in ballo la senatrice a vita Liliana Segre.

Al di là delle ossessioni individuali, il pregiudizio anti-Israele sfonda a casa nostra, e certi «intellettuali» lo assecondano. Alessandro Orsini se la prende col premier Bibi Netanyahu, lo definisce «un brutale dittatore» e spiega che «lo sterminio di un popolo sarà sempre possibile fino a quando ci saranno persone come Netanyahu».

A sinistra lo strabismo acceca. Una «Fgci» racconta quello che definisce «l’ennesimo sviluppo nel teatro palestinese». Ed ecco l’analisi: «Di fronte ai continui soprusi e aggressioni da parte del regime sionista e, per estensione, del blocco occidentale sono state lanciate da parte palestinese operazioni militari nei territori attorno alla striscia di Gaza». Anche la pagina dei «Giovani comunisti» farnetica: «Le forze palestinesi hanno iniziato un’operazione militare a sorpresa contro l’occupazione israeliana». L’Arci, già attiva con la sua campagna «I say Palestina», come i Fratelli musulmani non nomina neanche Israele: «Entità sionista» la chiama. E il portavoce di «Potere al popolo» parla di «apartheid di Israele».

La sinistra ufficiale si fa mancare niente quanto a mistificazione. «Si chiama resistenza!» si esalta l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris mentre chiede ai vertici Ue di non essere «supini alle politiche imperialiste». Il segretario di Prc Maurizio Acerbo vede una «rivolta in Palestina», invitando a leggere l’articolo di una rivista inglese che stabilisce per il «diritto di resistere all’aggressione continua». «Non c’è alcuna equivalenza morale, politica o militare tra le due parti» si legge, perché i palestinesi «si stanno sollevando contro i colonizzatori».

Una sollevazione anti-imperialista: è questa analisi ideologica e bislacca che fonda l’ennesima cantonata storica, di cui magari qualcuno si scuserà fra 30 anni. Intanto sembra che non li vedano i civili uccisi, gli spari a casaccio, i bambini sequestrati, le violenze sulle ragazze prese in ostaggio.

Altro che rivolta sociale. Hamas vuole sterminare gli ebrei in quanto tali, per statuto. E ai fanatici l’orrendo spettacolo di domenica è piaciuto. A Istanbul migliaia di manifestanti hanno marciato con bandiere palestinesi verso la moschea di Fatih e urlato «Hamas colpisci, colpisci Israele». Ma manifestazioni pro Hamas e contro Israele si sono viste anche in diverse città europee. A Berlino un centinaio di persone ha inneggiato alla violenza contro Israele e gli ebrei. Sparute insegne palestinesi anche Londra, dove una decina di persone ha inneggiato ad Hamas. Bandiere anche in Francia (dove è stata rafforzata la sicurezza attorno a sinagoghe e scuole ebraiche, come in Italia) e a Toronto, dove gruppetti hanno urlato «Allahu Akbar!».

Anche in Italia qualcuno deraglia: «I palestinesi come i russi stanno combattendo anche per noi» si legge in rete, dove proliferano immagini di vittoria ed esultanza. «Sia lodato Dio» esulta un esponente dell’Associazione palestinesi in Italia. E mentre le masse islamiche assistono a questo spettacolo, le dirigenze islamiche di casa nostra tacciono per inerzia, o sbandano come i vertici della sinistra. E il direttore della Casa della Cultura islamica di via Padova Mamoud Asfa, prossimo imam della prima imminente moschea ufficiale di Milano, non commenta i fatti: «Non sto seguendo» dice.

Pubblicato da edizioni24

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