Siete favorevoli al Latino alle medie? Tutti dicono di sì: “Studio fondamentale, è fonte inesauribile di cultura”

Troppe lacune, troppa superficialità. Aver ridimensionato l’importanza dello studio classico ha causato una crisi culturale evidente. Strafalcioni ovunque, la grammatica italiana finita nel tritacarne dei social, i congiuntivi andati in malora. Il ministro Bianchi ha proposto il ritorno delle lezioni di Latino alle scuole medie. Ma ha lasciato tutto alla buona volontà dei prof. Una scorciatoia che però sarebbe solo un palliativo, visto che solo poche settimane fa lo stesso ministro aveva invitato gli studenti a iscriversi ai corsi tecnici e professionali. Comunque sia, almeno si comincia a parlare dell’importanza delle lingue antiche nella formazione di ogni individuo. E anche la rivalutazione del Greco arricchirebbe il bagaglio culturale.

«L’apprendimento della lingua latina e della sua sintassi sono strumenti essenziali per lo sviluppo del pensiero, della formazione logica e della coscienza storica, nella fase dell’adolescenza». Lo dichiara all’Adnkronos il professore Carlo Ossola, uno dei più illustri filologi e critici letterari italiani.  Da poche settimane è stato nominato in Francia presidente del Conseil Supérieur des Langues (Consiglio Superiore per le lingue). Ossola, professore al Collège de France di Parigi, apprezza l’idea di offrire l’oppurtunità di insegnare il Latino anche alle scuole medie

«Si tratta del resto di un provvedimento già adottato in altri Paesi di solide tradizioni culturali. Il Regno Unito ha annunciato (agosto 2021) un programma da quattro milioni di sterline per espanderne l’insegnamento del latino negli istituti pubblici», ricorda Ossola. «L’Europa – tanto più nelle tristi vicende di guerra odierne, che mettono in questione la pace nel continente – deve ritrovare tutte le ragioni storiche e civili della sua antica unità. E il valore linguistico, logico, storico, letterario, filosofico, del latino è di esse una matrice essenziale».

«Iniziativa interessante e lodevole». Questo il commento di padre Antonio Spadaro, direttore di “Civiltà Cattolica”. «Nel momento in cui ci muoviamo sempre più verso un sapere tecnologico, il fatto di essere più consapevoli delle radici della nostra cultura e della nostra lingue è un fatto assolutamente positivo», commenta il gesuita. Al di là dello studio – aggiunge – «è molto importante avere una consapevolezza linguistica, perché una cultura si esprime con un linguaggio. L’auspicio è che l’apprendimento del Latino, se sarà ripreso e potenziato dopo essere stato messo un po’ da parte negli ultimi tempi, possa servire non a un semplice apprendimento grammaticale, ma a un approfondimento delle nostre radici culturali».

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