Scontri nel nord del Kosovo tra violenti serbi e il KFOR

By Salvatore Mammola

Torna ad infiammarsi il Kosovo, con violenti scontri che hanno colpito  le forze della missione Kosovo Force della NATO.

Il Kosovo è lo Stato più filo-americano e filo-occidentale della regione. È uno stato indipendente riconosciuto da 2/3 della comunità internazionale.

Riconosciuto da 117 nazioni su 193 membri dell’ONU, l’Italia fu tra le prime.

Dai viaggi fatti in questo Paese mi son reso conto di quanto siano ospitali, gentili e amichevoli i kosovari e di quanti siano i preconcetti dettati dall’ignoranza, ovviamente non solo verso questo Paese ed i suoi cittadini. Ho avuto modo di vedere quanti straordinari passi avanti e significativi progressi si siano fatti e si stiano facendo nella costruzione di uno Stato democratico.

Non ci sono dubbi che l’Unione Europea debba evitare che si apra un altro fronte oltre quello Ucraino, lo scontro, che qualcuno ha interesse ora torni ad accendersi, tra Serbia e Kosovo.  UE e USA devono trovare, con la diplomazia, il modo di spegnere quello che potrebbe diventare un secondo conflitto nel Kosovo, ma avendo ben chiaro le ragioni ed i torti.

La vicenda sarebbe chiara in qualsiasi parte del mondo civile. In breve, quasi un anno fa, quattro sindaci serbi nei comuni del nord si sono dimessi, esprimendo insoddisfazione per la posizione e le azioni del governo Kurti. Il loro malcontento deriva dagli sforzi fatti dal governo kosovaro che vuol combattere il contrabbando, sia nel nord che in tutto il paese, nonché dalla sua posizione nei negoziati con il Presidente della Serbia Vucic.

Dopo circa un anno vengono indette le elezioni in quattro comuni a maggioranza serba, il partito dei serbi boigotta le elezioni e non andando a votare perde le elezioni. Elezioni svolte e regolarmente vinte da altri partiti. Lo stesso partito che adesso con la collaborazione di delinquenti serbi e della Wagner (non credo ci sia bisogno di ricordare chi e cosa sia la brigata Wagner) spera di riaccendere la miccia di una nuova guerra, così da offrire al loro alleato russo un nuovo fronte ed allargare cosi il conflitto Russo-Ucraino.

Il partito serbo ha commesso un grave errore, come quelli commessi da tanti partiti nelle democrazie occidentali.

Il partito serbo ha sbagliato a non far votare i propri candidati ai propri elettori e di conseguenza ha perso le elezioni. Devono prendersela con sé stessi, non con chi ha votato regolarmente per altri.

Nei Paesi democratici chi vince le elezioni governa e chi le perde fa opposizione.

Joseph Borrell,  alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha chiesto al Presidente Kurti che vengano rifatte le elezioni, ma ciò potrebbe essere un precedente dannoso per l’UE e non solo.

Nella Repubblica del Kosovo, le minoranze serbe hanno già garanzie che nessun Paese occidentale sarebbe disposto a concedere, ad esempio se le minoranze dovessero decidere di non concorrere alle elezioni per il rinnovo del Parlamento della Rep. del Kosovo, toccherebbero loro 10 Parlamentari su 120, quindi senza neanche partecipare alla competizione elettorale, gli viene concessa una percentuale superiore all’8% .

La parte nord del Kosovo con predominanza Serba, opera sotto una struttura diretta dalla Serbia ignorando l’autorità e le legge kosovare.

Purtroppo, considerando la notevole influenza della Cina, ma soprattutto della Russia nei Balcani, il rischio di conflitti armati è sempre dietro l’angolo. “Il Presidente Kurti eletto regolarmente e democraticamente, ha dichiarato che nonostante senta di dover rispettare gli interessi degli amici del Kosovo, deve dare priorità al benessere del proprio Paese.”

I kosovari non possono e non vogliono dimenticare il loro doloroso passato. Non cercano vendetta, ma certamente vogliono che il passato non si ripeta e questo rischio ci sarà sempre finché gli ex collaboratori di Milosevic e la sua mentalità, continueranno ad essere i leader della Serbia e fin quando la Serbia non deciderà  di rompere l’alleanza con la Russia.

Il governo kosovaro ed i kosovari fanno enormi sforzi per costruire una società democratica e prospera, sostenendo i valori di giustizia, uguaglianza e inclusività, ma  l’occidente non può pensare di gravare il Kosovo di eccessivi compromessi che ne minano la sovranità e i diritti dei suoi cittadini.

Dando uno sguardo alla situazione geopolitica attuale, a mio avviso, l’UE dovrebbe snellire le pratiche per accettare tra i propri membri Paesi come l’Albania, che ha svolto tutti i compiti assegnategli per aderire all’Unione ed altri Paesi a rischio in questo momento storico, ad esempio la Rep. Moldova, la Rep. del Kosovo e con le dovute riflessioni anche l’Ucraina.

Pubblicato da edizioni24

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