By Pasquale Aveta (per ith24)
Dopo la telefonata del PM antimafia Nino Di Matteo da Massino Giletti su La7, il mondo politico, ma anche istituzionale, insorge.
Il tema, la gestione delle carceri durante l’emergenza coronavirus: “fui chiamato a dirigere il Dap, poi il ministro Alfonso Bonafede cambiò idea. I boss non mi volevano. Avevo deciso di accettare la nomina, ma poi venne fermato tutto, e data la nomina ad altra figira”.
La nomina ovviamente fu assegnata ad una fugura meno imponente. Le Parole del PM Di Matteo pensavo come macigni sulla testa del ministro della Giustizia Bonafede, che è chiamato a fare luce al più presto. Anche se la giustificazione è peggio dell’azione condotta nei cibfrinti di un uomo dello Stato.
La Lega ne chiede le dimissioni immediate: “Rivolte, evasioni, detenuti morti, agenti feriti, migliaia di delinquenti usciti dal carcere, boss tornati a casa e il capo del Dap sostituito: come se non bastasse tutto questo, ora arrivano le parole di un magistrato come Nino Di Matteo in diretta tv. È vero che non è stato messo alla guida del Dap perché sgradito ai mafiosi? In ogni caso, anche senza le parole di Di Matteo, Bonafede dovrebbe andarsene in fretta per i troppi scandali ed errori”.
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