Roma Pride, che non si sa che roba è abbia inizio: slogan, look arcobaleno e caccia al fascio

Orgoglio Lgbt, musica, parrucche e bandiere arcobaleno. Ma anche la “giusta” dose di livore contro il governo di destra da esibire come una medaglia. E l’immancabile caccia al fascio. L’Onda pride – come la chiamano gli organizzatori – a Roma parte nel primo pomeriggio da Piazza della Repubblica,  per dirigersi a via dei Fori Imperiali. Ultima tappa il Campidoglio. Come previsto sono migliaia per la parata Lgbt, quest’anno intitolata Queeresistenza. Gli ingredienti sono i soliti, ben collaudati. Si comincia con la musica che pompa dai carri, i balli in piazza tra maglie glitterate e parrucche scintillanti, i baci omo sotto i riflettori.  In attesa dell’arrivo del sindaco Roberto Gualtieri e della segretaria del Pd Elly Schlein.

“Tranquilla mamma sono gay, non fascio”; “Desideravo delle creature sane e libere: ho avuto la fortuna di farle sane ora le voglio libere”; “Io esisto, resisto e conquisto”. Sono alcuni dei cartelli sventolati dai manifestanti arrivati nella centralissima Piazza della Repubblica. Il richiamo al fascismo è un’ossessione anche qui. Al Roma Pride non può mancare il carro di +Europa con a bordo la leader Emma Bonino, il segretario Riccardo Magi e tutto lo stato maggiore radicale: Benedetto Della Vedova, Carla Taibi e Piercamillo Falasca. Sul carro anche  Alessandro Cecchi Paone, tra i crociati più agguerriti contro il presunto oscurantismo delle destra,  con il compagno Simone Antolini. Con loro anche l’attrice hard Roberta Gemma.

Si vede anche una Venere di Botticelli (con riferimento alla campagna del governo “Open to meraviglia”) in versione Lgbt. La Venere indossa una t-shirt di +Europa con la scritta “Open to love“. “Spero che qualcuno si renda conto che le libertà individuali e i diritti civili non sono un reato, non sono devianze”, dice Emma Bonino. “Il Pride è una festa di libertà” gli fa eco Della Vedova. Non si farà vedere Giuseppe Conte ma ci sono i grillini intenzionati a presidiare la scena. “Sono veramente felice perché questa è la prima volta che partecipiamo con le bandiere”, dice la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino. “Non l’abbiamo mai fatto per correttezza perché è la manifestazione di tutte e tutti. Però riteniamo che in questa circostanza sia importante dare un sostegno che sia visibile visto che la comunità Lgbt è sotto attacco”. Il presidente di Gaynet, Rosario Coco, è ancora più esplicito e bellicoso. “Non si tratta di essere di destra o di sinistra. La piazza oceanica di oggi, a Roma, dimostra che l’Italia è ostaggio di una destra reazionaria, illiberale e antieuropea, che non rappresenta più il Paese.

“È una giornata di grande mobilitazione per la nostra comunità”, dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che non si sottrae alla polemica con il governatore del Lazio, Francesco Rocca, che nei giorni scorsi ha ritirato il patrocinio istituzionale. Per la promozione, non prevista, della maternità surrogata. Al numero uno dell’Arcigay non sono bastate le pacate precisazioni di Rocca, molto sensibile alla causa Lgbt. Ribadita oggi con una lettera al Messaggero. “Questi nove pride, tappa di una stagione record dell’Onda Pride con oltre 50 parate, sono la migliore risposta al balletto di alcune istituzioni”, insiste Piazzoni. “Che ci mostrano il travaglio di chi non sa che parte stare. Non sono coerenti al punto da dichiarare senza tentennamenti la propria omotransfobia. E tirano fuori dalla tasca, all’ultimo, il ripensamento, magari il fantomatico amico gay, per dirci che in fondo ci tollerano”.

Pubblicato da edizioni24

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