Ricordate Santori, l’ex sardina mette rosso in faccia al Pd: “I viaggi della coscienza”

La nuova battaglia politica di Mattia Santori? I “viaggi di coscienza”, qualsiasi cosa questo significhi. L’ex leader delle sardine, transitato senza colpo ferire dalle piazze anti-Salvini al Consiglio comunale di Bologna con la maglietta del Pd e poi direttamente nella segreteria del partito da quando è diventata segretaria Elly Schlein è protagonista di una nuova illuminazione. 

Dopo essersi distinto per alcuni contributi tra il bizzarro (per esempio, un intervento in aula sull’aggressione di un cane a due oche) e l’imbarazzante (la crociata contro il deputato dem Andrea De Maria sulla droga, definendo “intempestiva e approssimativa” la sua proposta di inasprire le pene anche per i piccoli spacciatori), Santori oggi delegato alle politiche giovanile agli scambi internazionali del Partito democratico annuncia la sua battaglia in un video su Instagram. 

“Con i viaggi di coscienza vogliamo riaffermare il diritto e il dovere di viaggiare per conoscere e interrogarsi come Comune di Bologna ci impegniamo a proporre ai nostri giovani periodicamente una destinazione di frontiera, in Italia e all’estero, in collaborazione con le tante associazioni bolognesi che si occupano di missioni umanitarie e diritto internazionale. Saranno esperienze di crescita fondamentale per le ragazze e i ragazzi e occasioni di confronto preziose per la nostra comunità”. 

Viene da domandarsi quali siano le destinazioni proposte. Sicuramente non Israele, dal momento che pochi giorni dopo la carneficina di civili a opera di Hamas, lo scorso ottobre, Santori si era definito candidamente “antisionista” pur confermando, e ci mancherebbe, la sua contrarietà al terrorismo. “Le vittime civili sono vittime civili. La solidarietà va espressa anche nei confronti dei palestinesi. Perché qui non è come con l’11 settembre, quando la risposta americana si è fatta attendere, è passato del tempo prima dei bombardamenti. Qui abbiamo subito morti da una parte e dall’altra. Ecco perché qualsiasi escalation che allarghi il conflitto va evitata”.

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