“Razzista, pezzo di m…”. Choc al concerto dai Placebo: valanga di offese contro Meloni

I cinquemila spettatori presenti ieri sera sotto il palco dello Stupinigi Sonic Park, a Nichelino in provincia di Torino, hanno dovuto assistere alle invettive pronunciate dal leader della band britannica dei Placebo, Brian Molko, contro Giorgia Meloni. In maniera del tutto ingiustificata, senza che vi siano stati precedenti, il cantante e chitarrista ha urlato: “Razzista, fascista, pezzo di m…”. Il temperamento del musicista è ben noto a chi segue la band ma l’invettiva contro il presidente del Consiglio italiano non ha precedenti.

Inevitabile, per i carabinieri presenti sul posto e impegnati nel servizio di ordine pubblico, inviare un’informativa alla procura di Torino, competente per quel territorio, che dovrà valutare il da farsi. La band sarà in Italia ancora per alcune date, tra le quali quella del 13 luglio al Lucca Summer Festival e del 1 agosto allo stadio Vanni Sanna di Sassari. Per il momento, i magistrati non hanno ancora formulato accuse contro Molko ma non è escluso che maggiori dettagli vengano offerti nelle prossime ore. La dinamica di quanto accaduto lascia molti dubbi e non è escluso che l’invettiva del frontman nasca come provocazione, un tentativo di scaldare il pubblico facendo un po’ di notizia. Il tutto è avvenuto tra una canzone e l’altra del gruppo e non è chiaro se fosse tutto preparato o se si sia trattato di un exploit del momento.

Qualche insulto in italiano, il gesto dell’ombrello e il dito medio hanno condito la sua esibizione volgare e violenta contro il premier. Sono pochi i video che ritraggono questo momento e non perché, come qualcuno ha avanzato, ci sia stata una censura. I Placebo, come ben sa chi li segue, non amano particolarmente che ci siano i telefoni accesi durante i loro concerti, quindi invitano gli spettatori a spegnerli e a godersi lo spettacolo senza effettuare registrazioni o fotografie. Ma qualcuno ha disobbedito ai suoi idoli e le immagini hanno cominciato a rimbalzare sui social.

Scarsa eleganza e mancanza di rispetto hanno caratterizzato l’esibizione a Nichelino ma ai più non stupisce il loro comportamento, visto che quando furono invitati sul palco del teatro Ariston nel lontano 2001, forse per rompere il protocollo o per creare disagio nel pubblico compito di Sanremo, Molko spaccò una chitarra ricevendo in cambio una sonora protesta. Quella volta la sua reazione fu più elegante, si chinò e se ne andò, mentre stavolta ha travalicato il limite della volgarità.

“Gli insulti verso Giorgia Meloni proferiti dal palco dello Stupinigi Sonic Park sono un fatto inaudito su cui non abbiamo sentito parole nè di condanna nè di scuse da parte della sinistra che, tra l’altro, governa il comune di Nichelino. Una presa di distanza pubblica è doverosa”, ha dichiarato Augusta Montaruli, ringraziando le forze dell’ordine intervenute per la segnalazione. “Denigrare una persona non è arte ma semplicemente squallido. Non si può permettere che un evento che attira così tante persone venga rovinato da parole-spazzatura nel silenzio generale. Ora la sinistra si schieri altrimenti sarà tra i fan dei fomentatori di odio”, ha concluso la deputata di Fratelli d’Italia.

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