Quando le bugie hanno le gambe corte… Il figlio di Beppe Grillo si difende in aula: “Sesso consenziente”. I pm: “La ragazza costretta a bere e stuprata”

Si conferma un’inchiesta blindatissima quella a carico di Ciro Grillo, figlio di Beppe, accusato insieme a tre amici di stupro di gruppo. Giovedì il rampollo del fondatore del M5S è stato interrogato dai magistrati di Tempio Pausania, che indagano sulla violenza sessuale che si sarebbe consumata ai danni di una ragazza di 19 anni italo-svedese la notte del 16 luglio 2019 nella casa di Grillo in Costa Smeralda. Nulla, però, è trapelato dell’interrogatorio se non che a richiederlo è stato la difesa, che è stato «lungo e difficile», come appreso dall’Adnkronos, e che Grillo junior continua a dirsi innocente. La tesi degli accusati è che i rapporti sessuali furono consenzienti. I pm, invece, sembrano sempre più convinti del fatto che si trattò di «violenza sessuale di gruppo». E, proprio in queste ore, starebbero valutando i rinvii a giudizio, propendendo – a quanto emerge – per la richiesta di processo.

Nell’atto d’accusa della Procura di Tempio Pausania, del quale dà conto l’Adnkronos, i pm spiegano che la ragazza, portata nella villa di Grillo dopo una serata in discoteca, fu «costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno»; «afferrata per la testa» per farle «bere mezza bottiglia di vodka»; «costretta ad avere rapporti di gruppo». I quattro giovani indagati, inoltre, avrebbero «approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica» di quel momento. Oltre a Ciro Grillo, l’inchiesta coinvolge anche i suoi amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.

La Procura ha chiuso le indagini a novembre, mettendo gli atti a disposizione della difesa, che ha chiesto tempo per le controdeduzioni e per le indagini difensive. In quelle carte vi sono non solo il racconto della ragazza, sentita varie volte dai magistrati, ma anche foto trovate sui cellulariche avrebbero radicato nei pm l’idea che quella sera non vi fu affatto «sesso consenziente», come sostenuto dagli indagati, compreso il figlio di Grillo, ma stupro di gruppo. «Verso le sei del mattino – si legge in un verbale – mentre R. M. (l’amica della vittima, ndr) dormiva», scrivono i magistrati, la giovane è «stata costretta» ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box doccia del bagno, con uno dei ragazzi. «Gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare», scrivono i magistrati, ricostruendo però come nel corso di quelle lunghe ore la ragazza fu obbligata a subire ad altre violenze.

I pm parlano quindi di come la ragazza si ritrovò obbligata a bere mezza bottiglia di vodka contro il suo volere e aggiungono che «lucidità» della vittima era «enormemente compromessa»quando gli indagati la condussero «nella camera matrimoniale dove», secondo il racconto della giovane, l’avrebbero costretta ad avere «cinque o sei rapporti». E ancora: i magistrati sottolineano che la 19enne, difesa dall’avvocato Giulia Bongiorno, «ha poi perso conoscenza fino alle 15, quando è tornata a Palau». La giovane presentò poi denuncia una volta tornata a Milano, nell’ambito di una visita alla clinica Mangiagalli

Agli atti dell’inchiesta, oltre alle foto, che per i magistrati mostrerebbero abusi anche ai danni della seconda ragazza che dormiva, risultano anche alcune intercettazioni. Fra le conversazioni captate anche quelle di Parvin Tadjik, madre di Ciro Grillo e moglie del comicogenovese. La donna, sentita dai pm, ha sempre raccontato che quella sera dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si sarebbe consumata la violenza. Sostenendo però di non essersi accorta di niente.

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