[Dal Magazine] Riaperture, Gaetano Daniele caccia l’artiglieria pesante: “Caro Galli, ‘ndo cojo cojo… si sparò da solo un colpo in faccia. Per il lockdown dovremmo restare chiusi a oltranza? Ma vattela a pia n’derculo”

Gaetano Daniele ith24

By Fabio Piccirillo (Per ith24)

Gaetano Daniele a valanga contro Gallli, caccia l’artiglieria pesante. Si sa che da tempo l’editore da poco fresco di nomina Estera, sulle Riaperture non le manda a dire. E boccia severamente i chiusuristi. Per questo, quando ieri il virologo dell’Ospedale Sacco di Milano, ospite da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, si è espresso con toni veementi e modi pessimistici sulle ultime decisioni assunte dal governo Draghi  a riguardo, Gaetano Daniele raggiunto da me a telefono per “Magazine”, ha ribadito: “Il solito Galli che invece di fare chicchirichi fa coccode e, come un AR/70-90 a raffica ne spara un’altra delle sue. Stavolta non gli sta bene il primo passo in avanti fatto da Draghi sulle riaperture. Che dal 16 slitta al 26. Sperando che rimanga data certa.

Nella sua ultima intemerata tv, dunque, Massimo Galli dal salotto radical dem della Gruber su La7, mi ha quasi emozionato col suo discorso ‘ndo cojo cojo… ha commentato negativamente l’apertura dell’esecutivo su un possibile ritorno alla normalità e alla produttività. Di più. Il prof, più che doctor ormai sembra Barbara D’Urso, ha parlato espressamente di “rischio calcolato” sulle riaperture che, come ormai noto, fissate in calendario per il d-day del 26 aprile, saranno graduali e sempre vincolate al coprifuoco. Una possibilità dettata dalla crisi delle imprese (ormai alla canna del gas) e dall’impazienza dei cittadini, che Galli non vede di buon occhio. E rispetto alle quali, l’infettivologo del Sacco di Milano si è detto assolutamente contrario. Asserendo: “Un rischio calcolato male. Abbiamo ancora più di 500.000 attualmente positivi: il che vuol dire che sono almeno il doppio quelli che ci sono sfuggiti”.

E giù con l’infettivologo che inveisce contro governo e riaperture. Bocciando il sistema della tavolozza (per la verità inviso a molti) e tuonando, more solito, contro la campagna vaccinale con paragoni ingrati in programmi faziosi. E come un asino, insiste: “Abbiamo ancora una importantissima parte di 70enni. 80enni. E 90enni non vaccinati. Rispetto a un Paese come la Gran Bretagna che ha chiuso per un periodo lungo e molto duramente e che ha circa 41 milioni di dosi somministrate, la situazione nostra è diversa… basta vedere soltanto l’esempio della Sardegna“.

Insomma, in spregio alle rassicurazioni decretate nelle ultime ore da altri colleghi di Galli, asserragliati su altre posizioni. Contro anche il più flebile ottimismo che riesce a trasudare persino dalle sacche degli integralisti della cautela e della prevenzione. In barba a lavoratori in ginocchio e studenti in preda a una crisi di nervi da dad, ormai endemica, Galli tuona contro. E Daniele controbatte: “È stonato, poco importa se pure l’ad di Pfizer, Albert Bourla, ha assicurato che presto il coronavirus diventerà come una normale influenzaPoco importa se gran parte delle Regioni hanno ormai dati utili per allentare le maglie delle restrizioni. Per la mutanda di castità Galli, in nome del lockdown, dovremmo restare chiusi a oltranza, in barba alla crisi economica e sociale. A Galliii, ‘ma vattela a pia n’derculo'”

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