Nel giorno in cui il pd di Elly Schlein perde in Liguria 31 dirigenti che passano in blocco col partito di Carlo Calenda, di che si preoccupa la segretaria? Delle parole con cui Giorgia Meloni ha risposto in merito al caso Giambruno. L’intento è chiaro: continuare a ciurlare nel manico come se la destra volesse vietare alle donne di uscire di sera o di mettersi la minigonna o di bere una birra. Una stupidaggine talmente colossale e falsa che alla fine, come avviene per quasi tutte le campagne comunicative che la sinistra intraprende contro il governo e contro la destra, si rivelerà un boomerang. Ma in due settimane non hanno saputo trovare di meglio e continuano ad attaccarsi alle uscite di Giambruno.
Insomma per Elly Schlein non è grave che nel suo partito i dirigenti si diano alla fuga, ad essere gravissime per lei sono le parole dette da Meloni che riportiamo di seguito: ”Mia madre mi diceva sempre quando da ragazza uscivo da casa: ‘Occhi aperti, testa sulle spalle’. Ripeteva questo concetto di non abbassare la guardia, di essere sempre presenti a se stessi, di non mettersi nella condizione di consentire a questi animali di fare quello che vorrebbero fare, che penso sia un consiglio che molti genitori vorrebbero dare ai propri figli. Nessuna giustificazione per chi stupra una ragazza. Occhi aperti e testa sulle spalle“.
Parole che per Schlein sono pericolose. Così le ha commentate intervenendo al festival del Corriere della Sera ‘Il Tempo delle Donne’ a Milano. “Non penso – ha aggiunto – che siano le donne a mettere o non mettere gli stupratori nelle condizioni di stuprare. Non penso che nessuna condizione o atteggiamento della donna giustifichino mai la violenza. È molto rischioso fare la graduatoria su come le donne si devono comportare, perché se pensate che le donne non possano bere una birra perché rischiano di più, cosa possiamo dire di quello stupro contro una donna che stava correndo al parco? Che non deve più uscire perché è rischioso? Quindi alla fine dei conti sarebbe meglio se ci coprissimo integralmente e non uscissimo più di casa?”. Un penoso tentativo di imporre il racconto di una destra retrograda che vuole tenere le donne a casa o, peggio, che vuole colpevolizzare le vittime di stupro.
Intanto nel Pd pensano, giustamente, a tutt’altro. Dalle parti dell’area riformista del Pd raccontano che della brutta aria che tirava in Liguria, c’erano state avvisaglie già ad agosto. “Ma lamentele, malumori, telefonate ne riceviamo da tutta Italia… Non pensavamo si arrivasse a tanto”, si spiega. E invece una trentina di esponenti dem liguri, compresi big locali come Pippo Rossetti, consigliere regionale, e Cristina Lodi, record di preferenze alle ultime comunali a Genova, hanno lasciato il Pd per passare ad Azione in esplicito dissenso sulla linea Schlein. C’è “una netta svolta a sinistra, in cui viene sostanzialmente negato il processo del riformismo messo in campo negli ultimi dieci anni” per questo “non ci sentiamo più a casa nostra”.
Uno smottamento che desta l’allarme innanzitutto tra i riformisti dem. Ad andarsene sono stati principalmente esponenti dell’area. Già c’erano stati gli addii di Andrea Marcucci, Enrico Borghi, Caterina Chinnici. Ed ora ci sono timori di possibili altre fuoriuscite. In particolare a Milano dove, si riferisce, Matteo Renzi da candidato alle europee ha messo il turbo per strappare non solo consensi – il leader di Iv ha detto oggi di puntare al 6% con la lista Centro – ma anche nomi al Pd. Piero Fassino e Pina Picierno avvertono: l’episodio non si può certo liquidare con un’alzata di spalle. Ma Schlein, come abbiamo visto, pensa a Giambruno…