Pd, il tesoriere fa sparire 100mila euro: scandalo alla Festa dell’Unità

By B. B

Ci sono storie di provincia che vale la pena raccontare, come questa del Pd di Abano Terme alle prese con un ammanco da centomila euro nelle casse del partito e un tesoriere denunciato per furto. Nella cittadina famosa per i benefici delle sue acque (è il principale centro delle Terme Euganee), si scopre che i dem hanno un problema grande come una casa: sono spariti i soldi della Festa dell’Unità, una delle più frequentate kermesse del partito che si tiene ogni estate nel parco di Villa Bassi Rathgeb. L’indiziato è il tesoriere locale, il 75enne Renzo Paccagnella, ironia della sorte bancario in pensione, scrittore per diletto, militante storico e iscritto all’Anpi, prima di questo episodio descritto dai compagni come preciso e attento con i conti.

Uno di cui ci si poteva fidare. Eppure. Alessandro Mantovani sul Gazzettino ha raccontato con dovizia di particolari lo psicodramma della sezione di Abano su cui il Nazareno dovrebbe a questo punto accendere un faro.

Nei giorni scorsi i componenti del comitato organizzatore della Festa dell’Unità della città euganea si sono riuniti per fare due verifiche e mentre stavano approntando i pagamenti ai fornitori e pensando al programma dell’edizione del prossimo luglio, si sono accorti della voragine: all’appello mancavano 100mila euro, non proprio briciole per una realtà che attinge soprattutto dalle quote degli iscritti, dai militanti e dai simpatizzanti. In pratica, tutti i proventi della scorsa Festa sono andati in fumo ma Paccagnella non ha saputo ancora spiegare che fine abbiano fatto quei denari, ma ora dovrà farlo almeno con un avvocato visto che è stato denunciato dal comitato organizzatore per appropriazione indebita. Idem locali, infatti, dopo uno shock iniziale per quanto hanno scoperto, hanno proceduto con una colletta per tappare il buco.

Morale, per evitare debiti con i fornitori, gli iscritti si sono autotassati e finora hanno raccolto 30mila euro, ma non è detto che basti. La vicenda, per ora, è rimasta relegata ai dem veneti ma riporta alla mente altri tesorieri “maneggioni” del centrosinistra, dai Ds alla Margherita.

E se i big nazionali tacciono sul furto di Abano, Raffaele Speranzon, senatore veneto di Fratelli d’Italia, osserva: «Sarà anche stata la Festa dell’Unità, ma con gli incassi pare si divertisse solo il tesoriere. Per il Pd veneto», aggiunge l’esponente di Fdi, «non pare essere uno dei momenti migliori: dopo il siluramento della consigliera regionale Bigon, ora salta fuori la storia del militante perfetto che ha svuotato senza remore le casse dell’associazione del suo partito. Una doppietta non certo edificante per i compagni della Schlein, che ora potrà consultarsi con l’armocromista per vestire i colori giusti del caso».

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