Pacifista, se mi dai.. Ti giudico, ma non voglio essere giudicata. Antifasciata per apparire democratica. Ecco il nuovo Pd targato Schlein

Diritti civili e ambientalismo sembrano essere scomparsi dall’agenda politico-elettorale del Pd. Le nuove parole d’ordine sono: antifascismo, pacifismo e salario minimo.

Elly Schlein ha, infatti, annunciato la presentazione di una proposta di legge contro la propaganda fascista e sembra aver deciso di puntare su una politica economica di stampa decisamente socialista. La segretaria del Pd, dopo aver avviato una raccolta di firme per il salario minimo ed aver appoggiato il cancelliere tedesco nella scelta di rinviare le spese militari concordate con la Nato, guarda con occhio benevolo un eventuale referendum contro il Jobs Act di renziana memoria. Una svolta politica dettata dal fatto che la piattaforma iniziale incentrata su diritti civili e ambientalismo non stava funzionando visto e considerato che il Pd, dopo una leggera risalita, si è inchiodato al 20%. Una svolta sulle scelte economico-sociali che, secondo il politologo Lorenzo Castellani, verrà sostenuta dal Pd che “si è spostato a sinistra e ha perso quasi del tutto la componente democristiana”. Diversa è la questione degli elettori perché “mettere insieme il pacifismo, un ritorno al socialismo economico e l’antifascismo rischia – spiega il politologo della Luiss – di appiattire molto il Pd sulle posizioni del M5S e di avere difficoltà nel prendere i voti dei grillini dato che i due partiti dicono cose molto simili”.

Anche secondo Luigi Di Gregorio, docente di Scienza politica all’Università della Tuscia, la svolta pacifista e quasi antiliberista in politica economica è coerente “con le posizioni tipiche di Schlein” e allontana il Pd da Calenda, “finendo per sovrapporsi alle posizioni del Movimento 5 Stelle”. Secondo Di Gregorio l’obiettivo della Schlein è appunto recuperare ex elettori Pd finiti a votare per il M5S negli ultimi anni. “Impresa non facilissima, specie da Roma in giù, dove mi pare che la credibilità del Pd sulle tematiche economiche e del lavoro sia ancora inferiore a quella del partito di Conte”, spiega il politologo. “Questo Pd orientato molto su temi movimentisti cari ai Cinquestelle e i pacifisti rischia di rendere tesi i rapporti con l’ala riformista”, gli fa eco il sondaggista Carlo Buttaroni, fondatore dell’istituto Tecné che sul salario minimo avverte: “Questo tema impatta dal punto di vista emotivo, un po’ meno da quello pratico perché è sempre difficile reperire le risorse. E – aggiunge – se il Pd non entra nel cuore della crisi che colpisce i redditi medio-bassi, i dem rischiano di trovarsi impreparati in vista della ripresa autunnale”. Il rapporto con Carlo Calenda, poi, è sempre difficile, soprattutto quando si tratta di temi come la politica estera e il Superbonus. “È difficile tenere insieme una coalizione che vada da Calenda ai Cinquestelle, passando per tutti i partitini di sinistra”, gli fa eco Castellani, sempre convinto che “la Schlein finché non riesce a mettersi in contatti con quell’elettorato moderato che va da Renzi alla Lega, avrà difficoltà a ottenere consensi tali da poter pensare di vincere le elezioni”.

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