“Odio sociale? Magari ce ne fosse di più”: il comunista Cremaschi mangia tarantole (Video)

Niente da fare, ai comunisti se togli l’odio sociale contro i ricchi manca la terra sotto i piedi. Su La7 va in onda il delirio del coordinatore nazionale di Unione Popolare, Giorgio Cremaschi. Persino il conduttore di L’Aria che tira Estate, Francesco Magnani, ha dovuto prendere le distanze dalle parole che erano un incitamento alla contrapposizione violenta. L’ex militante di Rifondazione –  che pure è invitato nei salotti Tv come la Madonna pellegrina- si è reso tristemente protagonista di un intervento irresponsabile. Si stava parlando delle concessioni balneari. Era presente il titolare di uno stabilimento che ridicolizzava chi a sinistra parla di lobby dei balneari. Ed introdueva il tema purtroppo presente dell’odio sociale verso alcune categorie imprenditoriali come la sua. Ed ecco che è partita la scheggia a Cremaschi.

“Odio sociale? Magari ce ne fosse di più in questo Paese da parte dei poveri contro i ricchi, purtroppo ce n’è ancora troppo poco“. Parole testuali. Sono tutti sbiancati. Cremaschi fuori controllo. “Si assume il peso e la responsabilità…”, ha subito detto il conduttore. Gettare benzina sul fuoco in un momento di difficoltà generalizzata è veramente ignobile. Sono tutti così i vetero-comunisti. Il loro elemento naturale è la contrapposizione: alimentano le tensioni sociali pensando che sia la soluzione per risolvere le disuguaglianze. Che invece in tal modo si inaspriscono. E infatti Cremaschi getta ancor più benzina sul fuoco, parlando poi di ricchi che “spendono 50mila euro in una sera per una festa a Porto Cervo”.

Poi pensa pure di fare spiritoso dopo tali parole incendiarie: “Sicuramente qualcuno mi dirà che quel che dico è roba da Unione Sovietica“. E in effetti è proprio così. “Le spiagge – dice- sono e devono restare un bene pubblico. Sono contrario all’idea europea delle aste. Penso che si debba restaurare l’intervento pubblico: ovviamente i concessionari devono pagare le tasse in proporzione a quello che guadagnano”, ha poi proseguito. E questo fa indispettire il titolare dello stabilimento balneare in collegamento, che aveva detto più  o meno la stessa cosa, spiegando per filo e per segno quali sono le spese e la realtà di un esercizione medio come il suo.  “Questo già accade, mi scusi…”, ha lamentato l’imprenditore, riferendosi alle tasse versate. Già perché chi la pensa come Cremaschi ritiene che tali gestori siano tutti evasori per principio. Che triste spettacolo. Lo ricordiamo, del resto, tempio fa auspicare uuna nuiva Genova 1960 ossia una piazza eversiva per sopvvertire i governi.  Stendiamo un velo pietoso.

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