10mila euro: è questa la pena pecuniaria richiesta da parte della procura di Roma nei confronti di Roberto Saviano nel procedimento a suo carico per diffamazione nei confronti del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Una richiesta che arriva nel giorno dell’ultima udienza del processo in corso nella Capitale e che fa riferimento a una vicenda del dicembre 2020 quando l’autore di Gomorra, nel corso di una puntata dedicata al tema dei migranti di Piazzapulita, su La7, definì la leader di Fratelli d’Italia e Matteo Salvini “bastardi”. Il pm Pietro Pollidori ha chiesto motivato la propria richiesta affermando che, sebbene “quell’espressione non si può usare in nessun contesto”, la colpa sarebbe “di lieve entità”.
Nello specifico, Saviano stava parlando della morte di un neonato della Guinea davanti agli occhi della madre, il piccolo Yusuf, durante una traversata nel Mediterraneo. La storia scosse particolarmente lo scrittore, che si sfogò in diretta tv e non seppe frenarsi nel suo monologo di indignazione mentre si rivolgeva ai due leader politici di centrodestra: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… ma viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini: bastardi. Come avete potuto? Come è stato possibile tutto questo dolore descriverlo così? Legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza”, fu l’esatta dichiarazione da lui pronunciata nello studio di Corrado Formigli.
Roberto Saviano, in tutti questi tre anni, ha più volte rivendicato pubblicamente quel termine senza mai indietreggiare di un solo centimetro. Prima di entrare nel Tribunale di Roma, qualcuno da una piccola folla lo ha incoraggiato: “Vai Saviano, non sei solo!”. Nel frattempo Il giudice monocratico di Roma ha respinto la richiesta avanzata dall’avvocato di Saviano, Antonio Nobile, di sentire in aula Giorgia Meloni, come assunzione di nuovi mezzi di prova, per la rabbia dello stesso imputato che accusa: “Il potere che si scherma con il parlamento” e invece “usa le querele: davvero non vediamo la sproporzione?”. Lo scrittore ha poi voluto rendere dichiarazioni spontanee. Per lui questa querela “è intimidazione”. E ha ricordato inoltre la cancellazione del suo programma: “Una strategia che sta avvenendo in Ungheria, dove Victor Orban decide quali voce isolare” e colpisce alcuni perché tutti gli altri intendano”.
Il legale di Giorgia Meloni, Luca Libra, non ci sta: “Sostenere che Giorgia Meloni stia perseguitando qualcuno è assolutamente falso” – afferma -. “Bastardo non è una critica ma sempre un insulto, anche per il dizionario è sempre un termine dispregiativo. Il diritto di critica – ha aggiunto – anche per la Cassazione non può travalicare nell’uso dei termini e dal rispetto delle persone”. Secondo l’avvocato del capo del governo “l’imputato ha usato un linguaggio eccessivo, volgare e aggressivo; è possibile fare critica ma nessuno è al di sopra del codice penale”, ha aggiunto A breve, dovrebbe arrivare la sentenza.