Milano, Giorgia Meloni zittisce i profeti di sventura: “Il governo è unito e gode di ottima salute”

Una tappa in prefettura prima di tuffarsi nel bagno di folla del teatro “Dal Verme” di Milano, dove è attesa per la manifestazione unitaria a sostegno di Attilio Fontana. Ma per Giorgia Meloni non è una sosta. Prima il vertice sulla sicurezza con il ministro Piantedosi, poi le domande dei giornalisti. Sul tavolo tutti i temi dell’agenda politica. C’è spazio persino per il trasferimento di risorse ai Comuni, tema su cui si giorni fa si era intrattenuto il sindaco Sala. Ma a tenere banco sono soprattutto le elezioni regionali del 12 e 13 febbraio. Da giorni, infatti, molti giornali battono sul tasto del risultato di Fratelli d’Italia. Un successo troppo largo di Fdi a fronte di un dato non troppo lusinghiero di FI e Lega – è la tesi – potrebbe guastare i rapporti nella coalizione.

Una lettura che la Meloni respinge con forza. «Nella maggioranza di governo – assicura – c’è un ottimo clima. La misura della compattezza è data dalla velocità con cui i governi riescono a operare. Al di là della dialettica e dei dibattiti, mi pare che ci sia una forte coesione». La manifestazione unitaria di Milano ne è un’autorevole testimonianza. Ma l’attualità politica impone anche altri temi. A cominciare dai disordini provocati dagli anarchici per il 41-bis al terrorista Cospito. La premier mette in guardia dallo strumentalizzare una vicenda simile. «Lo dico a 360 gradi – puntualizza -. Non voglio fare allarmismo ma è importante che tutti focalizziamo da che parte stare».

E sferza chi l’accusa di ingigantire il caso per giustificare in futuro provvedimenti di restrizione delle libertà. «Io non so in che film di fantascienza qualcuno viva – replica -. Penso che su alcune cose le istituzioni dovrebbero compattamente dire da che parte stare e su questo ci sono sensibilità diverse». Lo sanno anche gli italiani dopo aver visto il Pd oscillare sulla vicenda del carcere duro per i terroristi. Infatti cercano di rimediare pretendendo le dimissioni di Giovanni Donzelli (Copasir) e del sottosegretario Andrea Delmastro. Richiesta ovviamente respinta dalla Meloni: «Non penso ci sia bisogno di dimissioni».

Ma c’è anche il “caso Fazzolari“, cui oggi la Stampa ha messo in bocca propositi mai espressi come quello di insegnare l’uso delle armi nelle scuole. «Nessuno ha mai pensato, neanche lontanamente, una cosa come quella che è stata attribuita al sottosegretario Fazzolari. Il caso non esiste», ha tagliato corto la premier. Che trova lo spazio per illustrare l’attenzione del governo sul tema della sicurezza: «Dal 16 gennaio sono oltre 40mila le persone controllate nelle stazioni di Roma, Milano e Napoli». Infine, l’offerta di Kkr per la rete Tim: «È un dossier che stiamo seguendo con molta attenzione».

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