Migranti, la passerella di Zaki in piazza contro il governo: “no” ai Cpr

Al centro delle polemiche per i suoi interventi pro-Palestina ma, soprattutto, perché nelle sue dichiarazioni non si leggono parole di condanna contro Hamas ma solo contro Israele, Patrick Zaki in queste ore ha deciso di far parlare ancora di sé. Probabilmente ha bisogno di pubblicità gratuita per il libro autobiografico appena pubblicato, visto che è stato estromesso da numerosi eventi ai quali era stato invitato. Fatto stà che nelle ultime ore ha presenziato, per una manciata di minuti, alla manifestazione contro i Cpr che si è svolta a Bologna. Niente di particolare per lui che, in giacca e cravatta, si è giusto prestato a scattare qualche immagine da far rimbalzare sui social.

Qualcuno potrebbe obiettare che, vederlo in piazza a manifestare contro il governo che gli ha garantito la libertà, laddove gli esecutivi degli “amici” non sono riusciti potrebbe sembrare irriconoscente. Ma qualcun altro potrebbe anche far notare che non sarebbe la prima volta, e non sarà sicuramente l’ultima, che Zaki adotta questo tipo di comportamento. La manifestazione che si è tenuta a Bologna aveva come fil-rouge la protesta contro l’apertura di un Cpr in Emilia Romagna e, in generale, la protesta contro tutti i Cpr, che per i buonisti non dovrebbero esistere. Al di là del solito impianto ideologico, al quale Zaki sembra essere così legato dall’altro del suo “sto con i più deboli“, ciò che si evince è la continua ricerca di attenzioni da parte del ricercatore egiziano. Convinto di essere un beniamino della sinistra nostrana, si è ben presto accorto che basta poco per essere “scaricato”.

Sarebbe dovuto essere l’ospite d’onore della prima puntata di Fabio Fazio con nuovo Che tempo che fa versione Discovery sul canale Nove. Era stato annunciato in pompa magna dal conduttore ma poi tutto è saltato, anzi, “rimandato” come ci tengono a far sapere. Perché loro sono buoni e non scaricano. Sarebbe dovuto essere la guest star del Salone del Libro di Torino, dove avrebbe dovuto presentare il suo libro, ma anche qui picche. Ed è stato perfino escluso dal festival della Pace di Brescia, perché “divisivo. Le sue parole su Israele non rappresentano il messaggio che la città vuol trasmettere”. Queste le parole del sindaco del capoluogo lombardo davanti alla definizione di “serial killer” data da Zaki al premier israeliano Benjamin Nethanyhau.

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