L’Italia è definitivamente bloccata. Tutti i suoi confini terrestri sono ora militarizzati: Francia, Austria, e ora Svizzera hanno aumentato le guardie di frontiera per evitare il passaggio degli immigrati irregolari. L’unico confine che rimane aperto è quello con la Slovenia, ma per un ovvio motivo: quella frontiera funziona in entrata, non in uscita, pertanto non avrebbe convenienza il Paese che sorge a est del nostro confine di rafforzare i controlli. Anche la Svizzera, quindi, ha deciso di derogare al patto di Schengen al pari degli altri Paesi. Il Paese elvetico, infatti, pur non essendo parte dell’Unione europea dal 2008 ha aderito al patto di Schengen per la libera circolazione che, tra i suoi punti, ha quello di non prevedere controlli sulle persone alle frontiere interne.
Ma dopo le iniziative di Francia e Austria, alle quali si unisce anche la Germania che ha confermato il blocco dei trasferimenti dei dublinanti, anche la Svizzera ha annunciato che schiererà un numero maggiore di agenti di frontiera sul confine italiano. L’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc) ha mandato altre guardie di frontiera nel Canton Ticino, trasferendole dalla Svizzera tedesca. La conferma arriva dallo stesso ufficio al quotidiano svizzero tedesco SonntagsZeitung, che spiega come per i migranti africani arrivati a Lampedusa la Svizzera non è il Paese d’asilo preferito, ma le cose potrebbero cambiare se si dovesse venire a sapere che è più facile entrare nella Confederazione che in altri Paesi della Ue.
Una chiusura, quella Svizzera, che quindi dipende direttamente da quella austriaca, francese e tedesca. La Svizzera era rimasta come unica frontiera con controlli non rafforzati. Il cantone italiano del Paese elvetico da tempo lamenta di avere un eccesso di richiedenti asilo nelle sue strutture, che si aggiungono a quelli che hanno già ottenuto la protezione, e con i nuovi blocchi teme che la situazione possa peggiorare. In un contesto in cui la Svizzera sta anche tentando di fare un giro di vite sui frontalieri italiani, il governo locale non vuole rischiare un aumento degli irregolari.
Per il momento, i controlli saranno solamente terrestri sul confine svizzero-italiano ma non è escluso che nei prossimi mesi, in base a come si evolverà la situazione, possa essere previsto da parte dell’Udsc l’utilizzo dei droni. Tutto dipenderà anche da quando i modelli verranno consegnati all’esercito svizzero. In ogni caso viene specificato che il confine ticinese viene superato per lo più dai migranti a bordo dei treni transfrontalieri, sui quali verranno incrementati i controlli di frontiera.