Migranti, il semestre spagnolo. La linea Meloni-Von der Leyen: “Risposta comune”

E’ iniziato oggi il semestre europeo a guida spagnola, che coincide con l’intermezzo delle elezioni politiche del 23 luglio che potrebbero cambiare la geografia del paese iberico e preludere alla grande novità del prossimo anno con una nuova maggioranza tra conservatori e popolari. Ed è iniziato con il botto. Ursula Von Der Leyen, Presidente della commissione Ue, che ha tenuto la conferenza stampa inaugurale insieme al premier Pedro Sanchez, ha sostanzialmente ribadito una linea continentale che ricalca in pieno  la strada tracciata dall’Italia sulla questione dei migranti e sulle prospettive di accordo che investono, con il “piano Mattei” un approccio diverso verso il Nordafrica.

“Abbiamo fatto progressi positivi sulla proposta legislativa sul nuovo Patto Ue sulla migrazione e l’asilo e ora dobbiamo fare l’ultimo sforzo per adottarlo entro la fine di questo mandato, ma  dobbiamo continuare il lavoro anche a livello operativo sviluppando partenariati per investire nella stabilità economica dei Paesi chiave di origine e transito dei migranti”, ha detto Von der Leyen nell’incontro.

Nello specifico la Von der Leyen ha analizzato a fondo la questione migranti dicendo che l’Europa ““vuole  andare avanti insieme sulla proposta legislativa (del patto migrazione e asilo) per finalizzarla. D’altra parte, c’è il percorso operativo in cui siamo molto pratici, ad esempio, nell’avere progetti pilota sul confine bulgaro e rumeno, sulla gestione delle frontiere e sulle procedure di frontiera per scoprire che è possibile disporre di procedure rapide ed eque al confine”.  Le polemiche seguite all’opposizione di Polonia e Ungheria sembrano lasciare spazio a una comprensione dell’atteggiamento dei due paesi, anche e soprattutto in considerazione dello sforzo fatto ( soprattutto dalla Polonia) per accogliere milioni di esuli ucraini in fuga dalla guerra.

Importante il passaggio successivo della leader della Commissione che consapevolizza l’esigenza, per come indicato da Giorgia Meloni, di non fermarsi a considerazioni interne al continente ma di coinvolgere con un’azione di reciprocità l’Africa settentrionale “L’obiettivo è avere ovunque, ai confini esterni dell’Unione europea, la stessa procedura veloce ed equa – ha spiegato Von der Leyen -. E lo stesso vale per le nostre azioni esterne: l’impegno con i paesi terzi, i paesi di origine paesi di transito, dove siamo disposti a investire e lavorare a stretto contatto con loro come Team Europa, perché sappiamo che questo è l’unico approccio globale che rende possibile gestire realmente la migrazione”.  L’Europa accetta di interloquire con i Paesi del Corno d’Africa, essenziali per impostare la politica di cooperazione lanciata dal primo ministro italiano.

Pedro Sanchez ha indirettamente attaccato Polonia ed Ungheria e il potere di veto riaffermando la” legittimità politica prevista dai Trattati, ovvero la maggioranza qualificata. E’ uno strumento che per molto tempo è stato custodito in un cassetto e che invece è un’opzione reale, come sulla migrazione e l’asilo” ha detto il premier  iberico, costretto dai sondaggi  a parlare  dei rischi dell’immigrazione irregolare, affermando che “la sfida che rappresenta l’immigrazione irregolare merita una risposta comune, europea“. Un discorso certamente condizionato dall’imminenza delle elezioni politiche nella penisola iberica che si terranno domenica 23 luglio e che vedono l’avanzata dell’alleanza tra Vox e popolari come reale e possibile alternativa ai socialisti guidati da Sanchez. Il primo ministro potrebbe, quindi, lasciare  la presidenza di semestre se dopo il voto del  23 luglio ci sarà un’altra maggioranza. Il test spagnolo ,dopo quello greco, potrebbe rappresentare il sigillo all’opzione politica di una nuova maggioranza europea dopo il 2024 , con la fine della storica alleanza tra socialisti e popolari e il matrimonio tra questi ultimi e i conservatori  e riformisti guidati proprio da Giorgia Meloni.

Nonostante la guida progressista e le dichiarazioni di facciata sull’ospitalità diffusa, la Spagna socialista si è caratterizzata negli anni per un atteggiamento aggressivo e respingente verso gli immigrati. Il 24 giugno del 2022 sul confine tra Spagna e Marocco, a Melilla, c’è stato uno degli incidenti più gravi degli ultimi anni. Quel giorno , tra 1.500 e 2.000 migranti provenienti dall’Africa subsahariana con una forte presenza di sudanesi, tentarono  di attraversare il confine. Ma quando si avvicinarono al valico informale di Barrio Chino, più di cento poliziotti spagnoli e marocchini li accolsero sparando proiettili di gomma, gas lacrimogeni, pietre e manganellate. La polizia  continuò a picchiare anche quando molti dei feriti erano a terra, in stato di semi-coscienza e con difficoltà respiratorie. A tutti fu negata la possibilità di ricevere assistenza medica. 24 furono i morti accertati ma si sospetta che fossero molti di più. Una pagina buia del socialismo spagnolo che nell’area del Mediterraneo ha sempre reagito con scarsa solidarietà alla questione migranti lasciando all’Italia l’onere dell’accoglienza.

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